Derby della Lanterna, ritorno al … passato!

Derbydi Beppe Nuti –

Ci risiamo. Torna il Derby della Lanterna, così diverso anche dagli altri delle città calcisticamente dalla doppia fede, senza certezze preventive, più importante della classifica finale, dove può succedere tutto e il contrario di tutto. Una gara in cui ti aspetti la giocata del campione e, invece, magari lo decide un carneade. Ma ai tifosi poco importa chi la mette dentro: L’importante è vincere (con buona pace del Barone De Coubertin).  Se poi la partita è anche giocata bene dalle due squadre, allora diventa un trionfo…. Naturalmente per chi vince.  Il fremito, il lungo brivido che scende lungo la schiena dopo un goal segnato ai “dirimpettai” consolida il fascino di questa stracittadina anomala, dal risultato impossibile da pronosticare alla vigilia. Derby è passione, cuore, sentimento, felicità, tristezza e pathos.  Il Derby è un condensato di sensazioni uniche. E’ tradizione. Quella tradizione che solo colui che porta il rossoblù e il blucerchiato nel cuore conosce. Una delle cose che più colpiscono in un Derby sono i volti dei 22 giocatori che scendono nell’arena, su cui si leggono tensione e concentrazione come fossero gladiatori.

Derby Sampdoria GenoaL’avventura della “stracittadina” inizia alle ore 15 della prima domenica di novembre del 1946. Davanti, agli ordini del direttore di gara Dattilo di Roma, la più antica società calcistica italiana e la più giovane. La rivalità è palpabile in campo e sugli spalti dove ci sono 40.000 spettatori tra cui il Presidente della Repubblica, Enrico De Nicola. Nella Sampdoria non c’è l’insostituibile Bassetto, L’allenatore Galluzzi al suo posto inserisce Barsanti.  Nel Genoa di Garbutt al centro dell’attacco c’è un certo Juan Carlos Verdeal. E’ il Genoa, sospinto dalla nord, ad attaccare ed a sfiorare più volte il vantaggio sia con Verdeal che con Dalla Torre, ma a passare al 20° è la Samp con “Pinella” Baldini . Il bomber blucerchiato fa esplodere la sud con un sinistro al fulmicotone da una ventina di metri: il pallone imprendibile per Cardani si insacca nel sette: Gioia allo stato puro per i colori blucerchiati ma splendido anche il gesto di Verdeal che cavallerescamente va a complimentarsi con l’avversario con una stretta di mano (altri tempi). Quel primo derby terminerà con il trionfo della Sampdoria che supererà il Genoa con un secco 3-0 perché dopo il goal di Baldini arriveranno quelli di Frugali e Fiorini a sancire la prima vittoria nella storia dei derby moderni.

Derby Sampdoria Genoa 2015Il suo primo Derby il Genoa se lo aggiudica, praticamente un anno dopo, il 16 novembre del 47. Le due squadre non attraversano un bel momento e quindi oltre alla supremazia cittadina si cercano, soprattutto, i due punti (allora era cosi ndr) per la classifica. Sugli spalti ci sono oltre 30.000 spettatori, con maggioranza rossoblù perché è il grifone ad ospitare la Sampdoria. La gara è una lotta senza esclusioni di colpi, gli uomini più dotati tecnicamente, I Verdeal, Bassetto, Barsanti e Dalla Torre che lasciano il proscenio ad altri protagonisti: gladiatori e combattenti, fra questi ultimi due si distinguono in modo particolare: Sardelli e Bertoni. Il capitano rossoblù trascinerà letteralmente alla vittoria la sua squadra, mentre il sampdoriano si dimostrerà, a detta di tutti, il migliore dei suoi, giocando con un turbante in testa per un colpo ricevuto. Stoico! Per la cronaca fu la Sampdoria a passare in vantaggio con il solito Baldini, quindi arrivarono i goals di Verdeal e nel finale di Trevisan.

Queste furono le due prime vittorie rossoblucerchiate nella storia dei Derby. Di acqua sotto il Bisagno, da allora, ne è passata tanta ma il fascino della stracittadina resta sempre lo stesso.  Buon derby a tutti!

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