Juric: “Per noi la partita della vita. Pensiamo di meno e agiamo di più”

juric conferenza stampa pegli

di Pierluigi Gambino –

Il futuro in 90 minuti, un pomeriggio da ricordare qualche sia il verdetto di una partita che non avrà appello. ReDuce dal clamoroso rovescio di palermo, il Genoa non ha aLternative:contro il Toro occorre perlomeno un punto, sperando ovviamente di ricevere dagli altri campi interessati notizie confortanti.
Ivan Juric, forse pronunciando qualche innocente bugìa, esordisce così. “Per noi è la partita della vita. L’abbiamo preparata al meglio, al di là dell’episodio siciliano. Siamo tranquilli. Occorre fare gruppo, dimostrarsi una squadra unita”.
La B è in agguato, ed occorre respignerla con una prestazione tutta sostanza. Il croato non ammette debolezze psicologiche. “Paura di retrocedere? No, ma è chiaro che dobbiamo affrontare il match in una certa maniera: con la giusta grinta, cercando di commettere meno errori rispetto al passato e, soprattutto, impegnandosi a ripetere in partita quanto provato e riprovato in allenamento”.
Il mister insiste su questo concetto e indica ai suoi la strada per uscire dalla crisi: “Servirà pensare di meno e fare più fatti, agire maggiormente. Bisogna assolutamente velocizzare la manovra senza troppe riflessioni: con un diverso comportamento, affiorerebbero i difetti”.
Certo ,i rossoblù hanno esaurito la riserva di alibi. Nella settimana pre-Palermo, durante il ritiro a Catania hanno trasmesso via social network immagini sconvenienti di feste, scherzi, allegria. Juric non si capacita: “Purtroppo i ragazzi di oggi si divertono così. Chiaramente, ai miei tempi non esistevano certi mezzi di comunicazione. Sono stati inviati messaggi sbagliati. Certe situazioni affiorano regolarmente quando i risultati non arrivano. Se a Palermo avessimo vinto, nessuno ci avrebbe fatto caso. Purtroppo in gara abbiamo avuto l’approccio sbagliato, scatenando tutto questo caos. Date le premesse, dobbiamo accettarlo”.
Stavolta non ci sono più vie d’uscita: aspettiamoci un’ora e mezza di tensione, nella quale la componente psicologica potrà rivelarsi decisiva. Arriva un Toro che ha ancora nella memoria e sulla pelle i cinque schiaffoni subìti da parte del Napoli, e i più c’è chi quotidianamente ricorda il successo del Grifo che costò ai piemontesi la retrocessione. Quel giorno, Juric era in campo come calciatore. “Ci stavamo giocando l’accesso alla Champions – ricorda – sicché non potevamo regalare nulla agli avversari. E poi, a prescindere da ciò, era giusto che ci si giocasse normalmente la partita, così come dovranno fare domani Belotti e compagni, a prescindere dalle occasionali motivazioni”.
In settimana il presidente rossoblù Preziosi ha chiesto invano alla Lega Calcio la contemporaneità di tutti gli incontri importanti per la classifica. Juric prende le distanze: “Il calendario è stato stilato da parecchio tempo, non esistevano possibilità di una variazione. Io e il presidente andiamo d’amore e d’accordo ed entrambi comprendiamo perfettamente l’importanza del match che ci aspetta”.
Tra i calciatori più discussi troviamo senz’altro Lamanna, autore a Palermo di una storica “topica”. Il mister non può che proteggerlo: “Dispiace moltissimo quanto gli è successo, ma sono cose che possono capitare. Eugenio è un buon portiere e un ragazzo forte. Saprà come riprendersi”.
Capitolo formazione. In difesa il baby emergente Biraschi dovrebbe essere preferito al più esperto ma anche più incerto Munoz. In mezzo al campo sussiste un dubbio riguardo al partner di Veloso in zona centrale: Cataldi proviene da una settimana travagliata per un piccolo guaio muscolare ed appare rischioso utilizzarlo: in questo caso, spazio a Ntcham (il cui rendimento sarà sempre un’incognita), più accreditato agli occhi di Juric rispetto al negletto Cofie, che in teoria è il solo mediano in organico. Sulle fasce, come ovvio, Laxalt e Lazovic.
Anche in prima linea permane un dubbio non trascurabile. Simeone, altro acciaccato, ha svolto un solo allenamento ma sarà ugualmente mandato in campo anche per mancanza di alternative, considerata l’improponibilità di Pinilla. Al fianco del Cholito ecco probabilmente Rigoni e Palladino, con Pandev che dovrebbe fungere da carta della disperazione in corso d’opera, fidando sulla sua abilità quando gli avversari iniziano a mostrare stanchezza.

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