Ciclismo, arriva ancora a Chiavari un “Appennino” mai così selettivo

appennino2

di Pierluigi Gambino –

L’Appennino cambia nuovamente volto. L’edizione numero 78, in programma domenica 9 aprile, comprende sempre le tradizionali salite – Castagnola e Giovi, non più la Bocchetta – ma le successive asperità, ambientate nel Levante della Provincia di Genova, promettono scintille. Davvero selettivo il percorso scelto dagli organizzatori dell’Us Pontedecimo che, preso atto un anno fa del disimpegno totale del Comune di Genova, hanno salvato la storica competizione ciclistica grazie al Comune di Chiavari, che si è offerto come approdo naturale per una “classica” dall’albo d’oro prestigiosissimo.

La Regione Liguria – ieri presente al vernissage con l’assessore allo sport, Ilaria Cavo – ha garantito un contributo economico notevole, che fa il paio con quello della città di Chiavari e con l’impegno di Cogorno e Leivi, uniti al capoluogo zonale nel riconoscimento di “Comunutà Europea dello Sport”.

Dopo il ritrovo ormai abituale al Retail Park di Novi Ligure, la corsa prenderà il via ufficialmente davanti alla sede dello stabilimento Elah- Dufour Novi, in onore al main sponsor. Il breve tracciato piemontese si concluderà al Passo drella Castagnola, primo GP della Montagna, dove partirà la discesa verso la Valle Scrivia. Superati i Giovi, si scenderà verso Pontedecimo e da qui si proseguirà – attraverso la sella di Crocetta d’Orero – in direzione Montoggio e Scoffera, dove i corridori, percorrendo la galleria di Sottocolle, si troveranno in Fontanabuona. La gara proseguirà in direzione Colle Caprile, dove partirà lunga calata verso Recco, base della salita verso la Ruta, dove è stato fissato un Gran premio della Montagna alla memoria di Gualtiero Schiaffino, notissimo vignettista nonché vicepresidente dell’Us Pontedecimo. La corsa si dipanerà lungo l’Aurelia sino a Sestri Levante (con significativi passaggi a Santa, Rapallo, Zoagli, Chiavari e Lavagna), prologo suggestivo in vista dei due “macigni” posti prima del traguardo: il Monte Domenico, raggiunto al termine di un’erta tagliagambe, e la breve ma secca e selettiva salita da Carasco a San Bartolomeo, ultimo sforzo prima del percorso ad anello di Leivi e della discesa verso Chiavari, sul cui lungomare sarà nuovamente steso lo striscione del traguardo.

Forse, nella storia, il Giro dell’Appennino non è mai stato così impegnativo. Se escludiamo i primissimi chilometri di gara e il tracciato litoraneo da Chiavari a Sestri Levante, si assisterà ad un continuo alternarsi di arrampicate e di discese, in grado di sgranare il gruppo e di propiziare un arrivo solitario o in gruppi esigui.

La concomitanza con la Parigi-Roubaix non sminusce l’importanza dell’Appennino che – a sentire Ivano Carrozzino, presidente dell’US Pontedecimo e grande intenditore di ciclismo, avrà tre favoriti in discussi: il russo Sergej Firsanov (vincitore della scorsa edizione), Mattia Cattaneo (reduce da una Milano-Sanremo corsa a grande ritmo) e il colombiano Bernal.

Da segnalare, infine, un premio, l’Appennino d’oro, che gli organizzatori consegneranno a Davide Cassani, autore di diversi piazzamenti onorevoli in questa gara prima di succedere al mitico Alfredo Martini alla guida della Nazionale italiana.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.