Riccardo Garrone, a sei anni dalla scomparsa è ancora “Semplicemente grazie, Presidente”

Riccardo Garrone è stato il secondo presidente più longevo al timone della Sampdoria dopo, l’indimenticato Paolo Mantovani. Meno successi in bacheca ma comunque tante emozioni vissute insieme. Nel 2002, quando prese le redini di una squadra e di una società sull’onda del baratro forse già sapeva che quello del calcio non era un mondo a lui troppo congeniale. Un Signore vero si sposa poco con tutti i sotterfugi che caratterizzano il calcio moderno. Fu una scelta d’amore che lasciò in eredità al figlio Edoardo. Da Sponsor tecnico – già sulle maglie blucerchiate giganteggiava la scritta ERG, azienda di famiglia – a presidente, un passaggio che regala subito soddisfazioni. Pronti via e la Sampdoria inizia l’era Garrone con la promozione nella massima serie. In panchina lo storico allenatore Walter Novellino, in attacco una coppia Bazzani-Flachi che ai più nostalgici ricorda un altro duo speciale. Ma i Vialli e Mancini dei tempi moderni forse sono più Cassano e Pazzini che a suon di gol trascinano, 8 anni dopo, i blucerchiati ai preliminari di Champions League. Ma come i migliori sogni sono destinati a finire, la stagione aperta con le note del grande calcio europeo si chiude con una dolorosa retrocessione. La debacle dura però solo una stagione e la Sampdoria, con in panchina Beppe Iachini – uno che di imprese promozione se ne intende – regala un’altra grande gioia al suo presidente che già seguiva le avventure della sua “Ballerina” da lontano. Una soddisfazione tanto attesa quanto inaspettata per come era iniziata la stagione in cadetteria.
Se ne è andato senza lasciare l’opera incompiuta. La Sampdoria da allora è di nuovo dove merita – nella massima serie – quasi fosse la chiusura di un cerchio. Nella stagione del ritorno in A, 2012-2013, il tributo allo stadio con la sua famiglia in campo stretta dall’abbraccio dei tifosi. Un saluto composto, così come era lui. Oggi come sei anni fa “Semplicemente grazie, Presidente


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