Genoa Inter 2-0 Il Grifone delle meraviglie affonda anche l’Inter
Pochi semplici accorgimenti, le pedine al posto giusto, un pizzico di fortuna e una fame maggiore rispetto alla compagine ospite: il Genoa affonda gli artigli e l’Inter molla la presa (del terzo posto).
Bessa è la novità nel centrocampo rossoblù, mentre per dieci undicesimi è la squadra che ti aspetteresti, con un Rosi che vince (a ragione per la partita difficile) rispetto a Pereira. L’Inter è orfana di tre titolari ma gli uomini scesi in campo probabilmente farebbero gola al mezza serie A. Ma la differenza principale sembra proprio qui, nella squadra (il Genoa) e negli uomini (l’Inter).
Una traversa colta fortuitamente dal Grifone a inizio partita può prestarsi alle più stravaganti interpretazioni, da segno di malasorte a stimolo per osare.
Si arriva tra batti e ribatti allo scadere della prima frazione con il più gaudioso degli autogol toccato in sorte all’ex Ranocchia. Il capitano interista – che aveva più che rischiato il secondo giallo una manciata di minuti prima – è involontario cecchino sottoporta dopo la deviazione di Skriniar.
La seconda frazione inizia con gli ospiti arrembanti ma con un altrettanto ordinato e “cattivo” al punto giusto Grifone. Perin è attento in più di una circostanza e Pandev in avanti sembra tornato quello del triplete ospite. Al quarto su tiro da fuori di Laxalt, stoppa, addomestica, si porta aventi, difende, calibra il tiro e infila Handanovic in un amen, quello che decreta la fine virtuale della partita.
Il Genoa continua il suo volo, l’Inter la sua picchiata.