Juric: “Fiorentina squadra super, affrontiamola senza fare calcoli”

juric conferenza stampa pegli

di Franco Avanzini –

Anche per lui, vecchio bucaniere del calcio, si tratta di una novità. “Mai giocata in precedenza – ammette Ivan Juric – una partita che dura mezz’ora in meno. Come prepararla? Sarebbe assurdo cambiare, meglio giocare il match come se fosse sull’arco dei 90 minuti. La durata più breve non deve neppure mutare l’approccio agonistico e mentale: le mie squadre da sempre reggono sino in fondo sotto l’aspetto atletico e puntano a partire sparate e a chiudere sparate. Nessuna differenza, insomma”.

Arriva la Fiorentina, formazione ispida e ambiziosa. Il tecnico rossoblù si leva il cappello: “Complimenti ai viola, che dovremo affrontare inizialmente come abbiamo fatto con l’Inter. I viola attraversano un momento splendido, giocano al pari del Napoli il miglior calcio del nostro campionato e vantano una rosa impressionante, con potenzialità inimmaginabili. I vari Kalinic, Bernardeschi, Babacar, Illicic, Borja Valero sono tutti nazionali e hanno classe da vendere. Certo, se affrontano squadre chiuse in difesa provano difficoltà come qualsiasi altra formazione, ma per il resto sono fortissimi. Altrimenti non avrebbero sfiorato la rimonta contro l’Inter nonostante l’inferiorità numerica”.

La sua è un arringa a tutela del collega in viola Paulo Sousa, contestato da tempo: “Anche a Palermo, la Fiorentina si è comportata come sempre. Ha costruito sette palle-gol prima di venir raggiunta a sorpresa da un calcio di punizione. La verità è che qualche elemento può cambiare, ma non muta mai la propria fisionomia”.

Tre mesi fa, in quella mezz’ora scarsa di match, il Genoa giocò meglio dei toscani, pur senza passare in vantaggio. “Ma è impossibile – ammette Juric – sostenere che sarebbe stato meglio per noi condurre in fondo la gara. Eravamo partiti bene, creando qualche situazione complicata ai nostri avversari, ma senza stradominare. Chissà, magari nell’ora successiva la Fiorentina sarebbe cresciuta…”.

Il trainer rammenta la mezz’ora didascalica offerta dai suoi domenica sera a San Siro. “Cosa provo pensando a quella gara? Umori alterni, ecco la verità: a volte mi sento orgoglioso e soddisfatto della prestazione, in altre momenti prevale la rabbia per come è andata. Permettetmi però di aggiungere che l’Inter, pur senza giocare un gran calcio, ci aveva fronteggiato con la mentalità giusta e, soprattutto, con una fase difensiva eccellente. Anche noi in difesa ci siamo comportati alla grande nonostante i due gol incassati. Forse, in occasione del secondo potevamo chiudere meglio, ma nel complesso siamo andati benissimo. Ora mi auguro che i ragazzi traggano tutto il buono da quella sfida, senza pensare troppo al brutto”.

Tra chi è tornato da Milano con un carico di complimenti troviamo senz’altro capitan Burdisso, che Juric esalta con parole di miele: “E’ in crescita costante ad onta dei 35 anni suonati. Atleticamente è formidabile e poi ha un’immensa voglia di apprendere, di conoscere”.

Pollice verso, invece, per Brivio, centrocampista mancino che il croato non ha mai preso in considerazione: “So benissimo che il ragazzo si trova in una situazione psicologica delicata, e me ne dispiace. Purtroppo io devo compiere delle scelte e ho deciso che quando manca Laxalt giochi Fiamozzi”.

Dal bocciato all’emergente, Cofie: “E’ un buon giocatore, che ha due pregi: sa sempre restare in partita e scegliere le giocate più semplici ed efficaci”. Domani potrebbe toccare proprio al ghanese, date le premesse non esaltanti dei due centrali di centrocampo titolari. “Rincon – enuncia Juric – è ancora acciaccato e sotto osservazione sotto l’aspetto fisico, mentre Veloso ha beccato nella mezz’ora con la Fiorentina un’ammonizione che potrebbe condizionarlo. Devo studiare il da farsi anche pensando alla sfida con il Palermo, molto importante”.

Nella mente dell’allenatore scorrono altri dubbi amletici. “Ninkovic o Ocampos? A San Siro avevo subito pensato al serbo, poi ho scelto l’argentino e adesso sto nuovamente riflettendo”.

Altro ballottaggio, stavolta in difesa, tra Munoz e Orban, che ha ultimato i tre turni di squalifica. Il primo, titolare inamovibile, ha i muscoli di seta, che l’anno scorso lo hanno spesso tradito. “Ora come ora sta bene, ma devo capire se sia in grado di reggere quattro match filati senza rischiare di infortunarsi” – confessa il trainer genoano, attento anche a particolari che non sono trascurabili.

PIERLUIGI GAMBINO

 

 

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