Maggio 3, 2025

Samp, serve un gol, potrebbe bastare

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Che la Samp sia male in arnese è risaputo da tempo, e le cure sinora tentate hanno sortito risultati sconfortanti, ma anche il Catanzaro si è scoperto una salute malferma. Chi sta peggio tra le protagoniste di un testacoda dai risvolti drammatici?

I giallorossi di Calabria hanno condotto un girone di andata da mattatori, ma da metà marzo non vincono più e hanno le gomme tremendamente sgonfie. Un numero emerge nel loro recente ruolino di marcia: dodici gol incassati in 5 partite, mai meno di due a gara. Una performance difensiva che nessun altro team cadetto ha saputo produrre ed è il segno di patente disagio. Giovedì a Castellamare è finita 2-0 ma se i campani avessero dilagato nel punteggio, nessuno avrebbe potuto eccepire, dato il numero spropositato di palle gol costruite. Per contro, gli ospiti hanno creato una sola opportunità degna di nota.

Mister Fabio Caserta, conspevole dello stato di malessere e, con l’avallo della società, ha spedito i suoi ragazzi in ritiro: è una extrema ratio nel tentativo di invertire il trend e perlomeno giocarsi sino alla fine col Palermo la sesta piazza conclusiva. Il Catanzaro metterà fierezza nei prossimi 90 minuti, ma quando il serbatoio delle energie psicofisiche è in riserva non appare così agevole un’improvvisa resurrezione.

Un avversario tonico e convinto approfitterebbe senz’altro della situazione, ma potremmo definire tale questa Samp spinta nel baratro da verdetti infrasettimanali spaventosi? Dobbiamo o no accreditarle la forza sufficiente per gettare sale sulle ferite dei calabresi per ridurli alla resa e agguantare una bella fetta di salvezza? L’interrogativo ci accompagnerà non solo sino alle 15 di domenica, ma alle 16.50, dopo aver verificato se la banda di Evani abbia corso e mostrato lucidità sino al triplice fischio di chiusura.

Non è neppure agevole scegliere la tattica più adatta alla bisogna. Se esiste un unico atteggiamento – combattere, macinare chilometri a buona velocità e mantenere la massima concentrazione dal principio alla fine – non è così per modulo e formazione. Contro la Cremonese, non prefigurando quel terremoto alla classifica, la Samp aveva puntato a coprirsi e ad agire in contropiede per raggranellare il punticino, ma adesso – conti alla mano – abbiamo tutti compreso che per scongiurare la serie C almeno una delle tre restanti partite occorra vincerla e far convergere ogni sforzo sulla sfida diretta a Marassi con la Salernitana potrebbe essere rischioso. Bisogna provarci anche in terra calabra, cercando di sfruttare le evidenti lacune difensive dei giallorossi, ma qui sta il nocciolo: è preferibile farsi attaccare e agire negli spazi o provare ad assumere le redini del match? La prima soluzione appare la più affidabile.

Il tema tattico, tuttavia, è soltanto parte del quadro di fondo. Evani ha rimarcato giovedì nel dopo-gara che ben pochi dei suoi giocatori hanno nelle corde il gol, citando come eccezione proprio Coda, che lui sta escludendo per ragioni di scarsa brillantezza. La retroguardia rivale è vulnerabile, ma occorre creare ghiotte opportunità e, soprattutto, capitalizzarle.

Dunque, ricapitolando. Portiere e quintetto di difesa potrebbero rimanere immutati, con la sola incertezza tra l’acciaccato Depaoli e Venuti. In mezzo al campo e in avanti qualche riflessione in più è doverosa: servono calciatori abili a fare negna ma anche elementi in grado di conferire vivacità e fantasia alla manovra e procurare insidie reali agli antagonisti. Rispetto all’ultimo match c’è in più Oudin, colpito di fresco da un gravissimo lutto familiare, ma se in condizioni psicologiche decenti, è da candidare al titolarato. Altra carta da poter calare è senz’altro Akinsanmiro, forse un po’ acerbo e incostante, ma tra i rarissimi doriani capaci di dribblare e puntare verso la porta. Non va neppure escluso che mister Chicco sposi finalmente il coraggio e affianchi a Niang (tutt’altro che al “top”, ma contropiedista di vaglia) un attaccante strutturato come Abiuso riservandosi di utilizzare Borini o Coda in corso d’opera.

Tirando le somme, uno tra Yepes e Ricci (col primo lievemente favorito) a curarso della regìa e uno tra Vieira e Benedetti a fungere da stantuffo, ma il terzo centrocampista e il secondo uomo più avanzato sono da identificare, fermo restando che Sibilli non è al meglio causa pubalgia e che un briciolo di concretezza in più nelle conclusioni va garantita con scelte ad hoc. 

Il resto è appeso al destino e… al Catanzaro, che – non dimentichiamolo – gioca in casa e potrebbe avere un sussulto d’orgoglio. I blucerchiati hanno però un obbligo tassativo: finire sotto la doccia senza rimpianti e crisi di coscienza.

                 PIERLUIGI GAMBINO

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