Maggio 8, 2025

Servono giocatori col carattere forte e la predisposizione al gol

Alberigo_Evani_2007

Evani, sampdoria

Una partita da cuori forti, sugli spalti e anche in campo. Novanta minuti di atroce sofferenza, in sospeso tra la speranza e la rassegnazione. La classifica non pone alternative: vincere si deve, in qualsiasi modo, per spingere agl’inferi la Salernitana e poter sfruttare l’ultimo atto, a Castellamare, per strappare in extremis il pass targato salvezza.
Certo, i granata di Pasquale Marino sono inguaiati quasi quanto la Samp, ma potrebbero anche scongiurare il peggio pareggiando. Di sicuro sono gli avversari più motivati che potrebbe produrre l’attuale cadetteria, catatterizzata da una graduatoria sgranata nelle prime posizioni e anche nella zona centrale, ma estremamente fluida in retrovia.
I blucerchiati, costretti ad inseguire, se non altro potrebbero trarre giovamento dalla mancanza di alternative. Per diverse settimane si sono preparati i match dicendo e scrivendo che il punticino sarebbe stato anche accettabile, ammesso che preceda almeno due succesi pieni. Ora non è più così, è finito il tempo dei calcoli e delle ipotesi, Il cassetto dei pareggi è stato riempito, ma serve altro. Chissà che la chiarezza riguardo all’obiettivo di giornata non giovi ad un gruppo perennemente in bilico. La strada è identificata ed ora sta ad Altare e compagni percorrerla con decisione.
Mai come stavolta Evani e Lombardo accantoneranno il tema tattico, che in certi contesti è assolutamente secondario. Più che un uomo di schemi e di moduli, servirebbe uno psicologo di vaglia, che guardi negli occhi i calciatori doriani e poi consigli in merito. Chi accusa tremori o incertezze non è utile alla causa: bisogna puntare su uomini veri, che traggano una spinta poderosa dai trentamila appollaiati nei vari settori dello stadio senza accusare il peso della responsabilità. Mister Chicco probabilmente si affiderà a gente esperta, in grado di dominare le emozioni e di non perdere la testa se non dovesse arrivare subito il vantaggio., ma dovrà anche orientarsi su calciatori che abbiano confidenza con la segnatura e non si limitino a far legna lontano dall’area. Il veterano Coda, che a Catanzaro ha firmato una storica segnatura e ridotto in dieci gli avversari, sarà certamente della partita e affiancato da almeno altri due elementi a vocazione offeniva. Uno uscirà dal trittico Borini-Niang-Abiuso e l’altro potrebbe essere Akinsanmiro, anarchico finché si vuole, ma forse l’unico doriano a saper dribblare e crere superiorità numerica. Non potrà, poi, mancare ovviamente Depaoli, che come crossatore o come stoccatore può regalare una gioia.
Sarebbe servito come il pane Yepes, equilibratore vivace e propositivo, appiedato però da una squalifica. Ricci è il sostituto naturale, ma Evani sta studiando ulteriori alternative. Oudin e Sibilli, centrocampisti avanzati, non hanno i bioritmi altissimi e allora potrebbe toccare a Benedetti e ad uno dei tanti mediani di stazionamento, preziosi come equilibratori: Meulensteen, Bellemo ma soprattutto Vieira. Anche in difesa una novità è presumibile. Alex Ferrari ha riposato in Calabria proprio per poter offrire un contributo tangibile nello spareggio infrasettimanale. Potrebbefargi posto Curto, che rispetto a Riccio risulta meno incisivo in area rivale. Infine, come esterno sinistro, spazio
ancora all’adattato Venuti se Beruatto non dovesse rimettersi in carreggiata. Evani ha ragionissima a sostenere che un massiccio spiegamento di attaccanti non garantisce di per sé stesso una mietitura copiosa, ma in quest’occasione, a costo di rischiare in retrovia, è tassativo utilizzare un bel numero di punte, mezze punte e… puntine da disegno (tanto per prendere di peso parole passate alla storia). E la Salernitana? Neppure i granata, ad onta del cospicuo premio-promozione (ben tre milioni) fissato dalla società, si sentono troppo tranquilli. Il loro curriculum esterno, tra l’altro, fa spavento: un solo successo in stagione accompagnato da una serie esigua di successi. A conferma che l’arma del contropiede non rientra nell’arsenale dei campani. A loro favore giocano i due risultati su tre di gradimento e una serie di risultati recenti di tutto rispetto, sufficienti ad abbandonare la cantina della graduatoria e a rientrare nel gruppone. La loro immagine però è identica a quella della Samp: pure a Salerno, in agosto, si sbandieravano propositi di promozione, smentiti seccamente dal campo. Insomma, lo stato di salute resta precario e le prospettive da nere sono diventate grigio scuro, non certo screziate di rosa. Come tra i blucerchiati, la squadra di Marino (quarto allenatore stagionale, altra vergognosa analogia) pullula di vecchi bucanieri, non tutti adattissimi alle cadenze della cadetteria. Il riferimento è agli ex doriani Gian Marco Ferrari (centrale difensivo) e Soriano (trequartista), all’ex colonna spezzina Verde, al nazionale austrialiano Hrustic (centrocampista), al bomberone Cerri, mai scalzato dal quotato e promettente Raimondo, che nel 3-4-2-1 di Marino sta come i cavoli a merenda. Non un undici terrificante, ma intanto ha infilzato due volte il Mantova e nel turno precedente, pur sconfitto 0-2, aveva creato allo Spezia insidie in serie. In definitiva, la Samp per sfangarla deve sprigionare qualità rimane sinoa sopite, poiché col tran-tran al quale ci ha abituati, soltanto una collana di episodi favorevoli potrebbe consentirle di vincere. Tocca ai ragazzi di Evani, Lombardo e Mancio cambiare abito proprio nel momento più delicato della storia doriana. E’ l’ultima chance, guai a buttala colpevolmente nel cestino.

PIERLUIGI GAMBINO

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