Mirko Tomei apre le porte del suo atelier via social

Nell’ultimo periodo lo stilista Mirko Tomei ha “aperto” via social le porte del suo atelier permettendo ai follower di scoprire qualcosa in più del suo mondo e della fase artistica che porta alla nascita delle sue speciali creazioni.
«Mi sto concentrando su dei pezzi che in qualche modo hanno a che fare molto con la mia
idea di femminilità, ben tradotta dal bustier declinato in tutte le sue possibilità, unito poi a pezzi che lo vanno a incorniciare, che possono essere dei blazer o delle giacche, dei tuxedo, delle gonne molto importanti» – racconta – «Quella del bustier è una costrizione scelta, che in qualche modo determina la femminilità e la sensualità. Una scelta che può essere di grande stile e non di cattivo gusto. E parlando di “restrizioni” mi vengono in mente quelle che sono state imposte quest’anno per i dress code sul red carpet del Festival di Cannes. A volte una regola restrittiva può essere uno stimolo per creare una sorta di eleganza e sontuosità, ma anche di eccentricità, abbandonando gli eccessi e andandolo a cercare nei dettagli».
In particolare sul 78esimo Festival di Cannes commenta: «Si sono viste meno stravaganze, ma non è mancata comunque la personalità di certi personaggi. Vedi, per esempio, Rossy de Palma che ha indossato una sorta di blazer,lunghissimo, quindi un abito giacca, pieno di spacchi, quindi assolutamente sexy e molto elegante. Oppure Schiaparelli, che ha mandato in passerella un pantalone morbido con un bustier stupendo. Quindi non è che il limite per forza significhi castrazione dello stile o della creatività».
E continua: «È uno stile che è specchio della società attuale e di questi tempi di crisi. È arrivato il momento di ripulire e di ritrovare una certa sobrietà, che non vuole dire non essere erotici. Anch’io, per le mie creazioni, sto facendo questo tipo di discorso: tutto viene riletto, ripulito, viene data più importanza al materiale che di per sé crea un’atmosfera. Sto parlando, per esempio, del mikado, del duchesse, del taftà e del tulle. Sto girando intorno a questo mondo (non tralasciando comunque dettagli e decorazioni), ma anche a quello dell’illustrazione e del disegno che, volente o nolente, è il primo step del processo creativo di una collezione».