Maggio 4, 2025

SPEZZARE IL DIGIUNO E BATTERE FINALMENTE UNA “BIG”

Pinamonti e un autogol dopo il rosso a Tourè, il Genoa passa a Udine

Guardi la graduatoria e pensi a Genoa-Milan come alla classica amichevole di fine stagione. In effetti, il verdetto della sfida tra nobili decadute difficilmente cambierà i destini dell’una e dell’altra, visto che i rossoblù sono già virtualmente salvi da un mese e i rossoneri hanno sciupato quasi tutte le chances di entrare in Europa dalla porta del campionato.

Il Diavolo si giocherà il futuro tra due mercoledì, provando a far sua la finalissima di Coppa Italia, che può regalargli prospettive internazionali, mentre il Grifo non ha neppure quest’appiglio e si presenta con un solo un duplice obiettivo: battere finalmente una “big” (evento mai accaduto nell’attuale stagione) e mettere in vetrina qualche giocatore ancora oggetto di valutazione.

I freddi numeri recitano che i meneghini da tre partite (compreso il derby di Coppa Italia) non incassano reti, mentre la banda di Vieira dallo stesso numero di match non riesce a buttarla dentro. Certi trend, positivi o negativi, sono però soggetti ad interrompersi, ed è quanto auspicano i quasi 30 mila aficinonados che, more solito, riempiranno il Ferraris, ma stavolta non si prospetta un’impresa troppo agevole. Il portoghese Conceicao, prima di fare le valigie, ha se non altro trovato la quadra in retrovia inventando una difesa a tre davvero salvifica. Rispetto a Venezia, è probabile il rientro come esterno destro di Walker, con la conferma di Theo a sinistra e gli inamovibili Rejnders e Fofana in mediana. In avanti spazio ancora a Pulisic e Leao, mentre nel ruolo di centravanti dovrebbe toccare ad Abraham o a Gimenez (fuori il dolorante Jovic).

Squadra di livello quella lombarda, che – se il campionato fosse agli albori e non al tramonto – potrebbe dire la sua in chiave Champions League. ma per favore non parliamo di corazzata. I rossoneri erano e restano imperfetti e vulnerabili, ma occorre che gli avanti rossoblù la smettano di sparare a salve. In casa Genoa l’infermeria continua ad essere popolata, ma l’ampiezza della rosa  offre ugualmente un ampio ventaglio di alternative, a partire dalla retroguardia, dove potrebbe riapparire dopo lunga pezza Bani, magari al posto di De Winter un po’ appannato, ma pure Otoa, reduce da squalifica, si candida per un posto al sole e potrebbe essere accontentato. A destra c’è bagarre tra il titolare Sabelli e Norton-Cuffy, un altro degli osservati speciali. Quasi certo l’impiego dei soliti Martin (sull’out mancino), Frendrup e Masini (tutti titolarissimi), ma il mister ha pure l’esigenza di esaminare, magari a mezzo servizio, il baby Kasa.

In avanti si assiste al consueto cocktail di nomi, nel tentativo di far coincidere l’obbligo di schierare un quartetto dignitoso e la necessità sempre più pressante di misurare le doti di qualche ragazzotto di belle speranze e di offrire una chance a qualche elemento dai lunghi trascorsi in bacino di carenaggio. Pinamonti, escluso inizialmente a Como, dovrebbe riapparire come terminale, ma chi piazzare alle sua spalle? Quasi certamente Thorsby che, di fronte ad avversari di qualità, deve anche far legna in copertura. Poi, forse, Messias, stimolato dal suo status di “ex” (a Milano vinse uno scudetto) e Zanoli, ma attenzione: il trainer nella conferenza pre-gara ha rimarcato la voglia di puntare sulla nouvelle vague. Così il pensiero si indirizza verso Ekhator, Ahanor e Venturino, tutti scalpitanti. Intanto, Vitinha rimane un oggetto misterioso: istintivamente sarebbe da mettere in un angolo, e la società non può permetterselo, ma c’è il rischio, schierandolo, di peggiorare la sua situazione.

                 PIERLUIGI GAMBINO

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