A Cagliari la ciliegina di Ballardini, Pandev e Kallon, passaggio di consegne

Davide Ballardini rilevò sotto Natale dal suo predecessore Maran un Genoa con appena 7 punti nel carniere. Il Grifone ha chiuso con 42, suggellando una clamorosa, incredibile rimonta con l’impresa corsara di Cagliari. Un capolavoro stagionale autentico, superiore alle imprese precedenti, già ragguardevoli, al timone della nave rossoblù, perennemente ricca di falle.

L’appuntamento sardo, per fortuna, non avrebbe potuto incidere sui destini delle due contendenti, accomunate da una portentosa risalita, avviata nella cantina della classifica e conclusa con una salvezza anticipata. Senza assilli, ma con ancora con la giusta voglia di giocarsela, i rossoblù del continente, dopo aver rischiato in apertura di capitolare (palo di Joao Pedro), hanno trovato il vantaggio con Shomurodov, difendendolo con le unghie e coi denti sino al minuto 95. Il ficcante contropiede dell’uzbeko, concluso con un esemplare “scavetto”, ha acuito un rimpianto che era già sorto da qualche settimana: possibile che Zio Balla, per il resto inappuntabile, abbia riservato al giocatore asiatico periodi tristi di panchina invece di sfruttarne lo sprint e la tecnica in certe gare di sofferenza, quando occorreva ripartire con la massima velocità? Possibile che in numerosissimi match – anche in trasferta – al prode Eldor, tra l’altro uno dei rari giocatori non anziani di proprietà, sia stata preferita una coppia di prime punte, malissimo assortita? Shomurodov poteva, anzi doveva, ottenere molte più chances di utilizzo.

Alla Sardegna Arena potrebbe anche essersi celebrato un passaggio di consegne tra un campionato prossimo al viale del tramonto ed un diciannovenne rampante. Goran Pandev non ha accolto col sorriso la sostituzione subita a ripresa in corso: forse è stata la sua ultima partita in serie A (ma quanti inviti a ripensarci riceverà!) ed avrebbe preferito gustarsela tutta, inseguendo sino alla fine la gioia di una simbolica segnatura.

Dopo la subitanea arrabbiatura, Zio Balla sarà perdonato e di sicuro verrà ringraziato da un fanciullo di 18 anni più giovane rispetto al macedone: Yayah Kallon, nativo della Sierra Leone e protagonista di una vita avventurosa. In mezza partita, questo figlio d’Africa si è visto annullare un gol in ripartenza per un millimetrico fuorigioco e vanificare altre due conclusioni a botta sicura da una paratona del portiere Cragno e da una casuale deviazione di un difensore isolano. Se il buon giorno si vede dal mattino, ecco un futuro protagonista, nella speranza che Preziosi decida di tenerselo stretto invece che lanciarlo sul mercato come ha fatto con parecchi prodotti del vivaio come Rovella, che – regista a Cagliari in assenza di Badelj – ha mostrato di che pasta e fatto confezionando l’assist vincente e comandando il gioco da par suo.

Da sospendere è invece il giudizio su Paleari, rimpiazzo occasionale per il titolare Pern tra i pali. La sua è stata una continua altalena tra interventi maiuscoli e incertezze piuttosto gravi, anche se aver mantenuto la rete intonsa sino alla fine suona a suo vantaggio.

Al di là dei singoli è piaciuto lo spirito col quale il Grifone ha affrontato un appuntamento scarsamente influente per la classifica. Unico neo, l’espulsione di Valon Behrami, che Ballardini, forse per mancanza di alternative, ha immesso nella ripresa come difensore puro, cioé in un ruolo innaturale, esponendolo ad una figuraccia.

A bocce finalmente ferme, dopo un’altra salvezza firmata dallo specialista Preziosi (a Cesare quel che è di Cesare), l’auspicio è che siano scongiurate soluzioni traumatiche. La permanenza di Ballardini sulla panca genoana, almeno per ora, è tutt’altro che sicura, e se maturasse come sperano tutti o quasi i fans del Grifone, sarebbe più per mancanza di stuzzicanti alternative che per una ferma convinzione del patron. Di certo, si profila una palese difformità tra i piani di allenatore e presidente: e stavolta è il dipendente ad alzare la posta, avendo ben presenti i rischi di affrontare un campionato che si annuncia ancora più complicato senza alcuni pilastri dati in partenza e con un nugolo di riconfermati in là con gli anni.

                                          PIERLUIGI GAMBINO

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