A NAPOLI UN INUTILE TESTACODA, LE PRIME MOSSE DI RADRIZZANI

Prossima a chiudere i battenti, la serie A regala un testacoda senza alcun effetto per la classifica. Una sorte di amichevole accompagnata da umori strani e contradditori. Non si direbbe, a giudicare a certi presupposti, che il Napoli sia ancora immerso nel mare dei festeggiamenti e il clan doriano si roda per una retrocessione annunciata da mesi, Intendiamoci, lo stadio Maradona sarà esaurito in ogni ordine di posti, ma si è già festeggiato a sufficienza il tricolore e questo congedo stagionale sarà solo l’occasione per dare un saluto – imbevuto di riconoscenza e di tristezza – a Lucianone Spalletti, già pronto a tornare all’orto di Toscana.

In compenso, tra i blucerchiati trionfa il sollievo, e il recente passaggio di consegne dal Viperetta a Raddrizzani basta e avanza a ritrovare il sorriso. Sugli spalti di Fuorigrotta i trasfertisti doriani saranno un macchiolina nella moltitudine azzurra, ma sul loro viso affiorerà l’allegria.

In campo, teoricamente, non dovrebbe esserci partita, Il Ciuccio ha ancora voglia di lasciare un ultimo souvenir condito da qualche prodezza dei due campioni in avanscoperta e la Samp, dal canto suo, mirerà esclusivamente a limitare i danni, svolgendo con onore il ruolo di sparring partner.

Stankovic, pure lui al passo d’addio (la sua gestione infatti non ha soddisfatto proprio nessuno) è alle prese con diverse assenze e ha qualche problema a trovare nelle pieghe dell’organico undici abili e arruolabili, In porta dovrebbe essere confermato Turk e in difesa rientrerà Ginter (al fianco di Amione e Zanoli) per sostituire l’acciaccato Nuytinck, peraltro tra i rari blucechiati sulla via della pernanenza a Genova in serie B. In mediana serve un partner per Rincon: uscirà dal ballottaggio tra il giovane Paoletti e Ilkhan, altro elemento ai saluti. Sicuro l’impiego di Augello e Leris sulle fasce e probabile il rilancio in rifinitura di Djuricic, che se non altro in trasferta non andrà incontro ai consueti improperi della tifoseria blucerchiata.

Senza precedenti il quadro della prima linea, con Lammers che ha anticipato l’addio e i due titolari Quagliarella e Gabbiadini alle prese con lievi guai fisici e in dubbio fino all’ultimo. Così il solo giocatore sicuro di una maglia è De Luca, appena ristabilito da un lungo infortunio e scalpitante: in cadetteria potrebbe venire utile. 

Pure sul fronte partenopeo si registra qualche defezione. Kim (in partenza dalla Campania) è squalificato e Lozano, Mario Rui e il suo sostituto Oliveira sono indisponibili. Spalletti dovrebbe sopperire in retroguardia con l’ex genoano Ostigard come centrale e Juan Jesus spostato a sinistra e a centrocampo con il baby Gaetano, che reclama spazio. In avanti, con Kvara e Osimhen intoccabili, resta l’incertezza tra Raspadori (favorito) ed Elmas.

Intanto, il nuovo patron blucerchiato sta operando con riserbo a livello di scouting. La scelta di direttore sporytivo e allenatore è prioritaria e solo più tardi si deciderà quali elementi – già in forza o di ritorno dai prestiti – parteciperanno al campionato del riscatto.

A livello societario, il closing slitterà a fine estate, ma per l’omologa del Tribunale sula cessione occorre il sì dei piccoli creditori. C’è fiducia, dopo aver potuto constatare l’efficacia del lavoro svolto in questi mesi così travagliati dai consiglieri di amministrazione.

C’è chi – nell’ambito della tifoseria doriana – sta storcendo il naso riguardo al prestito obbligazionario convertibile cui si è fatto ricorso per liquidare Ferrero e soddisfare le scadenze più urgenti e alla decisione del nuovo patron di fornire come garanzia il mitico stadio del Leeds, di sua proprietà. Tutte operazioni peraltro legali, ultimate in fretta nell’attesa che dagli States giungano i dollaroni legati alla cessione della quota in possesso del prestigioso club inglese.

                                 PIERLUIGI GAMBINO

    

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