A TORINO CON EKDAL PER IL RISCATTO MA RANIERI DEVE SVEGLIARSI

Non inganni L’attuale classifica di serie A, certamente bugiarda riguardo al valore del Torino. Per un mese e mezzo la necessità di assimilare il credo tattico di un allenatore talebano come Giampaolo ha condizionato i granata, ma adesso Rincon e C. sono in grado di proporre un calcio apprezzabile sia a livello estetico, sia quanto ad efficacia. Per un’ora, a San Siro con l’Inter, i piemontesi sono stati padroni del campo prima di venir travolti dall’onda prepotente di Lukaku: zero i punti in carniere, ma la prestazioni meritava ben altro premio.

A Milano mancava Belotti, che si è ristabilito dall’infortunio e lunedì sera sarà regolarmente al proprio posto. Un pericolo in più per la difesa blucerchiata, già costretta ad arginare le folate dell’ex Zaza, che da uomo assai discusso è di recente tornato fromboliere.

Il Toro era e resta deboluccio in difesa: una carenza che andrà sfruttata a dovere. In compenso sa esprimere un fisicità quasi ineguagliabile nella nostra serie A: un fattore da non sottovalutare.

Se i granata, pur battuti nella Scala, sono in salute, la Samp si sta ancora leccando le ferite susseguenti a tre sangunose sconfitte consecutive, rese ancor più cocenti dal valore complessivo delle avversarie di turno. Ma ciò che più sconcerta è il modo in cui si sono materializzate: mezza partita da mattatori, ma senza raccogliere un bottino di gol adeguato, ed una ripresa totalmente diversa, letteralmente dominata dagli antagonisti. Una Samp a due volti che fa venire la mosca al naso a Ranieri, peraltro non esente da responsabilità, in specie nella gestione dei cambi in corso d’opera.

A Torino vedremo una squadra incerottata. In difesa diventa fondamentale la presenza di Colley, assente nella stracittadina per una gastroenterite. Contro un team fisico come quello granata, i suoi centimetri e i suoi muscoli potrebbero diventare decisivi, soprattutto alla luce delle incertezze ribadite da un Tonelli non pienamente affidabile.

Ancor più delicata la situazione in prima linea, dove in pratica non troviamo un attaccante di ruolo a pieno regime. Gabbiadini, se non altro, ha debellato i guai ai muscoli pubici e probabilmente sarà della partita, ma con quanta autonomia atletica? Qualche problemuccio muscolare sta frenando anche capitan Quagliarella, le cui recenti prestazioni sono state da dimenticare: varrà la pena rischiarlo? Assente ancora a lungo Keita, ecco che l’unico bomber sano è Lagumina, ulteriormente ridimensionato da un derby personalmente povero di sprazzi.

Il ruolo di seconda punta, invece, ha un titolare ben delineato: Verre, autore nel derby di un primo tempo strabiliante e, pertanto, meritevole di un posto al sole. Il romanaccio è ispirato e in grado di risolvere da par suo la partita con una giocata. In alternativa toviamo Ramirez, che dopo essere precipitato nelle gerarchie ranieriane potrebbe riottenere l’ennesima prova di appello.

A centrocampo c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma dopo la prova in chiaroscuro di Adrian Silva contro il Genoa è probabilissimo un ritorno in regia di Ekdal, affiancato dall’immarcescibile Thorsby. Sulle fasce crescono le quotazioni di Candreva, uomo esperto ed eccelso crossatore, con Damsgaard e Jantko a giocarsi una maglia, quella di esterno sinistro.

Al di là delle scelte di formazione, comunque, è la mentalità a dover mutare. Tocca in primis ai calciatori, ma anche ad un tecnico la cui tradizionale flemma “british” rischia, alla lunga, di rivelarsi un limite.

                               PIERLUIGI GAMBINO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.