BASTA ILLUSIONI: RIECCO LA SUPER JUVE, CHE VETRINA PER SCAMACCA E ROVELLA

GENOA, ITALY - SEPTEMBER 20: Davide Zappacosta of Genoa celebrates after scoring a goal during the Serie A match between Genoa CFC and Fc Crotone at Stadio Luigi Ferraris on September 20, 2020 in Genoa, Italy. (Photo by Paolo Rattini/Getty Images)

Questa è jella è allo stato puro. La Vecchia Signora pareva smarrita, in preda ad una crisi irreversibile, addirittura a rischio Champions e indovinate quando è tornata ad sprigionare tutta la sua potenza di fuoco: naturalmente in prossimità della sfida col Grifo. Non ci voleva proprio il recupero col Napoli, che in teoria avrebbe dovuto stancare i bianconeri ed invece li ha caricati come molle, riportando alla superfice comprovate qualità individuali e collettive che parevano sepolte sotto una spessa coltre di sfiducia. Perfino Dybala ha smesso il ruolo di “desaparecido” per tornare protagonista: un pericolo in più per la retroguardia rossoblù, come se non bastassero, a tener desta l’attenzione, i vari Ronaldo, Chiesa, Morata.

Così, improvvisamente, un match che sembrava diventato abbordabile è tornato ad essere una montagna himalayana da scalare. Si dirà: non sono queste le gare dalle quali trarre nuova linfa per la salvezza, ma la speranziella di fermare una nobile un po’ decaduta era germogliata.

Se non altro, il Genoa non ha l’acqua alla gola e confida nell’insaziabile Inter, attesa in Sardegna, per mantenere i dieci punti di margine sulla terzultima. Ed è proprio questa (relativa, sottolineiamo) tranquillità di classifica la vera alleata di Criscito e compagni, consci di aver poco da perdere a Torino, sempre che la la malaugurata sconfitta resti limitata nella sua espressione numerica. Obiettivo raggiungibile, considerato che il Grifo, almeno a livello di tenuta difensiva, ha raramente tradito le attese. Servirà però qualche avvertenza in più: infatti, sia Ronaldo, sia Morata, sia Chiesa dispongono di velocità e forza fisica. In specie il figlio d’arte agisce spesso sulla fascia, zona da presidiare con elementi votati al sacrificio e in grado di arrestarne l’impeto senza abboccare alle sue finte.

La vera incognita, comunque, non riguarda la fase di filtro, ma la riproposizione offensiva. Servirebbero ben altra velocità negli spazi, qualche contropiedista insidioso, la capacità di sfruttare gli spazi, ma qui si torna al discorso di sempre: se escludiamo Zappacosta, che possiede “gamba” e tecnica, nessun giocatore rossoblù – titolare o rincalzo che sia – ha caratteristiche di questo tipo.

Rimane – e non è un elemento trascurabile – l’elemento psicologico. Prendiamo Scamacca, che Madama aveva corteggiato persino a gennaio: per lui, quale appuntamento agonistico potrebbe essere più stimolante? Il ragazzo ci sa fare, a patto che trovi continuità anche nell’arco della stessa gara: battersi contro  “nonno” Chiellini gli regala senz’altro stimoli speciali. Certo, anche il romano ha bisogno di rifornimenti, che non dipendono da lui.

Ballardini è alle prese con l’improba sostituzione dello squalificato Strootman, senz’altro il rossoblù più ricco di carisma e di caratura internazionale. Un’assenza di personalità che potrebbe essere avvertita, anche tenendo conto del valore dei potenziali sostituti. Behrami, in teoria l’uomo più adatto a surrogarlo, è prossimo a spegnere 36 candeline ed ha – un po’ come l’olandese – la tendenza a calare dopo un’ora di gioco. L’alternativa non può che essere Rovella, il cui cartellino appartiene già alla Juventus: anche per lui, come per Scamacca, si tratta di una vetrina da sfruttare compiutamente, pur considerando che l’accordo tra le società prevede per lui un’altra stagione in Liguria. In corso d’opera è prevedibile un impiego di Melegoni, altro giovane in cerca di consacrazione: tocca a lui esprimere certe qualità sinora nascoste. Altro il convento non passa, data la cronica indisponibilità di Cassata, giocatore che sarebbe venuto utilissimo a Zio Balla.

                        PIERLUIGI GAMBINO

                       

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