COME UNA VITTORIA IL PUNTO IN RIMONTA ANCORA DECISIVI I CAMBI NELLA RIPRESA

Se si dovesse assegnare a tutti i costi la vittoria morale, non si potrebbe che premiare la Sampdoria, che si gode il pari acchiappato nelle fasi conclusive della stracittadina come se fosse un successo pieno. D’altra parte, era fondamentale non farsi rosicchiare punti dai “cugini”: missione compiuta in condizioni non propriamente ottimali, tenuto conto della vigilia agitata dai timori di un Covid diffuso e dallo stato febbrile che ha colpito tutta la pattuglia scandinava, privando Ranieri di due probabili titolari del calibro di Damsgaard e Thorsby.

Il ventaglio di alternative si è assottigliato, e forse non è che il mister doriano abbia azzeccato le scelte iniziali, ribadendo un suo difetto quasi inemilinabile. Ha lasciato perplessi l’impiego di Verre come centrocampista avanzato in una sorta di 3-4-1-2 spurio tendente a disturbare i genoani in avvio di azione e forse a regalare imprevedibilità alla manovra. La mossa a sorpresa è parsa vincente per un quarto d’ora scarso, prima che il Genoa prendesse il comando delle operazioni. In mezzo al campo Ekdal e Siva hanno faticato parecchio, anche se complessivamente la squadra ha retto in fase difensiva, limitando i rischi. Inaridito Augello da Goldaniga, ecco che la Samp si è distesa raramente verso Perin sia per qualche mancanza dei centrocampisti, sia per la latitanza di Keita e Quagliarella. Mettiamoci poi gli stenti di un Candreva che, pur autore di qualche spunto dignitoso sulla fascia, ha sofferto a lungo la verve di Zappacosta, il migliore dei genoani.

Proprio dalla fascia dell’ex interista e di Bereszynski è scaturito il gol al passivo: bravo Zappacosta, ma tutto l’asse doriano di destra è parso impreparato e colpevole.

Come sempre accade, Ranieri ha cambiato connotati al match con le costituzioni a ripresa inoltrata. Sarà un caso ma, appena ripristinato il 4-4-2 con l’ingresso di Jankto per lo stranito Verre, la Samp è lievitata, per poi crescere ulteriormente dalla seconda metà della ripresa, dopo che il fumoso Keita ha lasciato spazio al figliol prodigo Gabbiadini. Nulla di esplosivo, inendiamoci, ma la fiammella della speranza di agguantare il pari è diventata più intensa sino a… bruciare i rossoblù. Da applausi la trama che ha condotto al corner decisivo e perentoria la zuccata di Tonelli, uno specialista al pari di altri suoi compagni di reparto, spesso decisivi in area avversaria. Non un gol casuale, insomma, ma il semplice utilizzo di un’arma già collaudata.

La Samp non è stata lucente per oltre mezzo match, ma ha sette vite e orgoglio da vendere e, dopo il pari, è parsa più in palla dei “cugini”, pur senza la forza di firmare uin clamoroso sorpasso. Il ko evitato, comunque, basta ed avanza ad osservare il futuro con lenti colorate di rosa.

                        PIERLUIGI GAMBINO

                  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.