Con la Ternana impegno duro, basta un gol senza prenderne

Hanno un bel dire coloro che, nel calcio, affermano lapidari: “Guardiamo in casa nostra”. Figuriamoci se il clan genoano, pur senza perdere un briciolo di concentrazione, sfuggirà alla tentazione di seguire con sommo interesse sviluppo e verdetto di Bari-Frosinone e Parma-Sudtirol. Due sfide appassionanti tra le compagini che, con minori o maggiori chances, contenderanno sino a maggio la promozione al Grifo. Un pensiero di speranza è rivolto soprattutto ai ciociari primi in classifica: se riuscissero a fermare o almeno a rallentare l’ascesa dei “gialletti” farebbero un piacerone anche a Gilardino e ai suoi ragazzi.

Ovvio, il Genoa conta di allungare rispetto alle immediate inseguitrici e dopo aver tifato davanti al video il sabato pomeriggio cercherà di onorare la domenica calcistica ai danni di una Ternana che pascola da tempo nel cuore della graduatoria cadetta, al riparo da spifferi di retrocessione ma anche distaccata dal gruppone che si gioca i play off. Regolare – sin troppo –  l’andamento degli umbri, che mai hanno dato l’impressione di poter scalare qualche gradino conferendo un senso compiuto al proprio campionato. Così è doveroso inserire la squadra umbra nel novero delle delusioni stagionali, poiché gli obiettivi primigeni, sbandierati da una dirigenza ambiziosa, parlavano apertamente di prime piazze e di lotta per la serie A.

E’ recente il ritorno sulla panca ternana del sanguigno Cristiano Lucarelli, licenziato a novembre per carenza di risultati favorevoli e richiamato dopo le dimissioni di un ex genoano, Aurelio Andreazzoli, troppo disincantato e forse distaccato per restare ad onta di prestazioni discutibili. Il fratello d’arte, un idolo della tifoseria locale, ha il compito di calmare un ambiente agitato e polemico partendo magari da un exploit a Marassi. E tale sarebbe anche il pareggio di fronte ai lanciatissimi rossoblù del Gila, che stanno sfruttando a dovere un calendario non improbo per mantenersi in orbita serie A diretta e respingere l’assalto del Bari.

I sette gol inflitti globalmente a Spal e Cosenza nelle ultime due sortite casalinghe hanno attirato commenti lusinghieri e stupefatti, ma più della beneficiata balza agli occhi lo straordinario record di tenuta difensiva: sette incontro casalinghi nell’era Gilardino e neppure un dispiacere. Il biellese, d’altronde, è sempre partito dalle fondamenta: primo non prenderle. Ma attenzione a non affibbiare al suo 3-5-2 la taccia di modulo difensivo. Salvo sorprese, anche stavolta, in un impegno sulla carta bel più ostico dei precedenti, l’emergente Vogliacco si piazzerà al centro della triade arretrata lasciando via libera ai suoi partner Bani e Dragusin di galoppare verso l’area rivale in cerca del colpo vincente. I due – specialmente di testa – ci sanno fare e rappresentano un’arma impropria spesso decisiva: perché non continuare a sfoderarla?

Nelle file genoane mancheranno ancora Coda e Aramu, ma il mister non si scompone e difficilmente muterà interpreti. Al massimo, potrebbe decidere di reinserire il moto perpetuo Frendrup sulla linea mediana per far rifiatare uno tra Strootmane Sturaro, due vecchi califfi sempre più incisivi nella manovra rossoblù. Soluzione di per sé improbabile, ed ancor più lo è l’uscita di Badelj, che come centromediano metodista fa ancora la differenza. Con il sunnominato Sturaro pronto agli inserimenti improvvisi e due esterni di autentica spinta quali Sabelli e Haps, ecco che il Genoa si annuncia intraprendente pur con una sola punta, Puscas, coadiuvato alle spalle dal folletto Gudmundsson, altro elemento che in B sta strettissimo.

Il Grifo è pronto ad una gara di sacrificio, non insegue punteggi roboanti e non s’illude – ma un po’ lo spera… – di spezzare lo 0-0 entro mezz’oretta, dopo i primi assalti. E se la resistenza degli ospiti si protraesse sin oltre l’intervallo, ecco profilarsi l’alternativa Jagiello – mezzala col vizietto del gol – e in seconda battuta una punta tra Salcedo e Yalcin. Meno verosimile è l’agognato ritorno di Ekuban, che dopo una sosta infinita per infortunio ha già assistito ad un match dalla panca e in teoria potrebbe garantire un impiego part-time.

Guai a fidarsi, però, della Ternana, capace di uscire dal campo con le ossa rotte ma anche di regalare un esito a sorpresa. Le individualità di spicco a Lucarelli non fanno difetto: Sorensen a guidare la retroguardia, il gagliardo Koulibaly e l’ex Cassata a centrocampo, il trio avanzato Palumbo-Partipilo-Falletti ricco di esperienza e di brio. Squadra non trascendentale ma da affrontare con le dovute precauzioni.

                      PIERLUIGI GAMBINO

                         BASTA UN GOL SENZA PRENDERNE

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.