Federico Sirianni, Il Santo e la magia della vita

santodi Andrea Podestà

Torna, a tre anni dallo splendido Nella prossima vita, Federico Sirianni e lo fa con un nuovo album dal titolo importante: Il Santo.  Un lavoro prezioso e maturo che ci mostra quanto il cantautore genovese sia davvero ormai una realtà consolidata nel panorama della canzone d’autore italiana.
Ma chi è il Santo? Per spiegarlo, occorre fare un piccolo passo indietro. Mesi fa, Sirianni mi raccontò questo aneddoto: “Stavo andando a prendere il treno a Brignole per tornare a Torino [città in cui Sirianni vive ormai da anni, n.d.r.]quando vedo due ragazzi in motorino; lei scende e incurante del traffico incomincia a baciarsi col suo ragazzo prima di prendere la strada della stazione. Puoi immaginarti: auto ferme, gente che suona il clacson, autisti inferociti. Eppure in quel momento è stato come se avessi visto la scena in una sorta di bolla. Per loro esistevano solo loro e nulla – attorno – aveva importanza. Chissà lei forse era la fidanzata che tornava nella sua città, oppure un’amante che tornava dal marito. Ma non era questo l’importante. L’importante è che il tempo, per loro, ma anche per me che osservavo, si era fermato. Loro erano fuori dal tempo e dallo spazio, immersi in una bolla di amore e di bellezza”. Ecco, ascoltando questo nuovo lavoro, mi rivengono in mente queste parole. Perché il Santo è proprio questo: un atto d’amore contro la prosaicità della vita quotidiana. Uno sguardo lanciato oltre il flusso spazio-temporale che ci imprigiona. Il Santo vede poesia dove gli altri vedono prosa (“Pensavo solo in rima e le rime si baciavano”). Ma il Santo è anche un atto, un gesto di fede. L’elemento religioso era già ampiamente presente in Nella prossima vita, ma diventa qui vera e propria cifra stilistica con un continuo riferimento biblico (dai Vangeli all’Apocalisse). Occorre, infatti molta fede (poco importa se sia poi quella laica) per trovare la poesia nella quotidianità e nella bruttezza. E occorre molta, moltissima fede per sirianniscrivere e cantare uno dei pezzi più belli scritti da Sirianni in tutta la sua carriera, Ascoltami o Signore (con la voce di Giua). Un testo apparentemente di abiura e che invece è una dolente preghiera sul modello caproniano (“Prego non perché Dio esiste ma perché Dio esista”); quasi una preghiera bestemmia, perché “anche la bestemmia è una forma di preghiera” (Monsignor Ravasi). Insomma, Il Santo è la fede nella poesia. Il Santo è la poesia della fede. E la poesia e la fede sono entrambe forme spirituali che cercano il senso della bellezza contro la bruttezza della vita quotidiana. Ne consegue che Il Santo è un atto di bellezza. “La bellezza salverà il mondo”, come noto, affermava Dostoevskij e non sarà un caso, allora, che questo Santo ricordi anche il Principe Myskin. La bellezza, certo, ma anche la gentilezza, la bontà… tutti quegli aspetti, insomma, della vita che in tempi di social e di bulli da tastiera sembriamo aver perso. Il Santo sa che nella vita c’è il male (il “piccolo male” di un amore che finisce e il “Grande Male” della guerra) ma sa vederlo con una sorta di lente deformata che lo porta comunque ad avere fiducia, a sperare in una sorta di riscatto se non collettivo almeno personale (per esempio nell’amore paterno).
Musicalmente Il Santo si muove sempre più verso strade “americane” e “sporche”. Forse è la sonorità che avrebbe voluto Sirianni già nel precedente disco se non avesse poi incontrato il Gnu Quartet. Qui invece ci muoviamo su sonorità più composite, tra elementi che spaziano dalla grande canzone d’autore al dixieland. Ovviamente non può mancare l’influenza del vero e proprio nume tutelare di Sirianni, Bob Dylan (arrangiato magari da Mark Knopfler), in una canzone come Santa Maria dei mesi, ma anche di Max Manfredi e Fabrizio De André (Il campo dei miracoli).
Insomma, un gran bell’album a cui avrebbe giovato una track-list un poco più corta. Ma forse anche no, perché Il Santo deve riuscire a dire tutto ciò che ha dentro quasi senza respiro e senza troppo riflettere. E quello che ha da dire, Federico Sirianni lo canterà venerdì 4 novembre alla Claque di Genova (ore 22), data in cui, appunto presenterà il disco. Non perdetevelo… il disco e il concerto.

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