Genoa – Atalanta: 1-2 Zapata allo scadere fa felice la dea

Kouame Genoa

Gli occhi di mezzo mondo calcistico erano puntati sulla partita del Ferraris, per ammirare la solita Atalanta e la rivelazione Genoa; una partita che avrebbe dovuto promettere gol ed emozioni. Ma fino al 94° i gol (due) erano arrivati solo dal dischetto e nella ripresa. Fallo del cugino rossoblù su quello atalantino al 64° con realizzazione di Muriel e realizzazione di Criscito sotto la Nord al 90° dopo il fallo subito da Kouamè. Per il resto soprattutto una grande partita a scacchi studiata dai due tecnici che per varie ragioni ci tenevano particolarmente a far bene proprio oggi.

Il pari sarebbe potuto essere un risultato giusto anche se ai punti probabilmente gli uomini di Gasperini avrebbero potuto reclamare qualcosina in più. Invece a rompere definitivamente l’equilibrio ci pensa, a una manciata di secondi dalla fine, una gran sventola di Duvan Zapata che dal limite dell’area – e praticamente da fermo – piegava le mani ad un incolpevole Radu.

Atalanta cinica, Grifone bello ma probabilmente meno chirurgico rispetto alle precedenti uscite. Bene il nuovo Ankersen che si presenta subito con dribbling e senso tattico nell’ultimi minuti di partita, motorino inarrestabile Lerager, alla fine il più in ombra della truppa danese sembra proprio il marziano Schone che deve prendere ancora le misure del campionato italiano. Genoa comunque che ormai sembra avere la propria fisionomia che privilegia gioco, giro palla e improvvise verticalizzazioni.

Battuta di arresto quindi solo in termini di punti, non nel gioco, soprattutto avendo affrontato l’Atalanta di oggi. Peccato poi dover raccogliere la palla in fondo al sacco proprio all’ultimo istante. Ma questo è “il bello del calcio”, e quest’anno il Genoa, può a pieno titolo fregiarsi di questa definizione.

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