Gian Piero Gasperini: “Lazio da battere senza pensare più a Perotti”

Gasperini

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di Pierluigi Gambino –
Non si vive di rimpianti e di recriminazioni. Gian Piero Gasperini, con apprezzabile filosofia, archivia definitivamente la “pratica Perotti”, evitando che diventi un tormentone. “Non penso che il presidente avrebbe optato per una soluzione così impopolare se non fosse stato obbligato. Se ha deciso di cedere Diego, significa che ne aveva la necessità: lo ha fatto per il bene del Genoa e noi, pur con dispiacere, dobbiamo accettarlo. Ora non mi resta che cercare di ottenere il massimo dalle risorse a disposizione”.
In attesa di sbrogliare la matassa in attacco, il mister è rincuorato dalla ritrovata solidità difensiva: “Fatta salva qualche prestazione pagata a caro prezzo, la retroguardia si è sempre distinta in senso positivo. Indubbio, poi, che il recuperato Munoz stia offrendo un contributo importante e che le buone prove di Burdisso, Izzo e dello stesso De Maio abbiamo migliorato il quadro. D’altronde, la robustezza della retroguardia è la base per qualsiasi risultato importante”.
L’anticipo di domani sera (ore 20.45) con la Lazio non sarà certamente guastato dalla recente disavventura di Perin, pescato dalle forze dell’ordine a guidare Senza patente. Gasperini è tranquillo: “Mattia ha semplicemente rimediato una multa, che non influenzerà le sue prestazioni. Eravamo appena tornato da Torino e lui ha guidato per duecento metri, dalla casa di Pavoletti alla sua, pur non potendolo fare. Tutto qui”.
Più che il portiere, potrebbe preoccupare il mister la relativa sterilità offensiva. “Come rimediare all’addio di Perotti? Diciamo che Suso e Cerci sono arrivati da poco e peraltro hanno già dimostrato il proprio valore. In attacco, contando anche Pavoletti, Capel, Lazovic, Matavz, Pandev e lo stesso Laxalt, impiegabile occasionalmente davanti, siamo sin troppi. Dove migliorare non è nell’apporto dei singoli, ma nel gioco di squadra. Le individualità sono importanti, ma conta soprattutto saper giocare assieme, conoscere le caratteristiche dei compagni ed esaltarle. Occorre trovare velocemente il bandolo, e di sicuro poter giocare in casa può aiutarci. Dopo tutto, con la Juve presto in vantaggio abbiamo ugualmente provato a reagire e di fronte alla Fiorentina avevamo sfiorato più volte la segnatura”.
Con tutto ciò, la Lazio deve a tutti i costi diventare una vittima di questo Grifo rampante: “E’ fondamentale interpretare con attenzione una gara – analizza l’allenatore – che si annuncia diversa dalle precedenti. Le caratteristiche dei nostri avversri vanno analizzate con attenzione. I biancocelesti non stanno attraversando un momento favorevolissimo, ma vantano ottimi elementi e sono squadra assai collaudata. Inutile sottolineare che vincere questo tipo di match significherebbe sollevare di parecchio la nostra classifica. Attenti però a non lasciarsi condizionare dall’ultimo risultato. Serve guardare subito al prossimo impegno, tenendo presente che la classifica è cortissima e che molte squadre – non solo le genovesi – saranno coinvolte a lungo nei bassifondi. L’importante è dare sempre il massimo, ricordando che vincere è sempre un’impresa ardua. Combattere è un obbligo”.
Gasp non avverte il bisogno di richuimare alle armi il popolo genoano. “Penso che l’ambiente sia già sufficientemente carico. La nostra gente è attaccata alla squadra e ha compreso le difficoltà in cui ci stiamo imbattendo. Già da soli, i giocatori possono vincere certi incontri, ma un quadro compatto e forte può rendere più agevole l’impresa. Di certo non tempo handicap dovuti alle tre partite in soli sette giorni. I ragazzi stanno fisicamente bene e debbono soltanto portato a termine il recupero nervoso. Più del fisico, in certe situazioni incide la testa”.
Contro una Lazio che si annuncia largamente incompleta, un Grifone da battaglia. In difesa il solo dubbio riguarda Munoz, vittima di una lieve distorsione alla caviglia: chiaro che Gasp cercherà di recuperarlo, scongiurando così la conferma di De Maio, che nelle ultime esibizioni non si è certamente coperto di gloria.
Già deciso il quartetto di centrocampo con Rincon e Dzemaili in mezzo e i “soliti”
Ansaldi e Laxalt sulle fascia, si attende con una certa curiosità di conoscere il sostituto – definitivo o provvisorio? – di Perotti. Potrebbe essere Capel, però più adatto ad entrare in corso d’opera, magari con un risultato favorevole. Il favorito è Cerci, con il dubbio amletico tra lui e Suso riguardo ad un forzoso spostamento sulla fascia sinistra, quella meno gradita da entrambi.

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