GIANNI VASINO «Rabbia, determinazione e aggressività: ecco il Genoa di Gasperini»

Gianni Vasino

di Stefania Scibetta –

Gianni VasinoGenoa Carpi, l’occasione per fare due chiacchiere con Gianni Vasino. Un pezzo di storia calcistica passa attraverso i suoi servizi in RAI, giornalista sportivo a tuttotondo che l’anno scorso ha portato in libreria il suo Da 90° Minuto alle Olimpiadi: cronache di trent’anni di sport fatte di garbo ed eleganza. Con noi si è soffermato a parlare della squadra rossoblù e del suo momento.
«Il Genoa di quest’anno rappresenta l’anima di Gasperini: rabbia, determinazione e aggressività. È pur vero che l’allenatore dei rossoblù forse in difesa non ama molto la tattica, non ama molto coprirsi, ed è portato a giocare in avanti; ma la squadra gli dà grandi soddisfazioni perché cerca di dare continuità per 90 minuti. Nelle ultime partite si è vista una notevole crescita e Gasperini ha inventato anche ruoli molto interessanti: l’ultimo è quello di Rincon terzino sinistro».

Invenzioni tattiche o coperta troppo corta? Pensi che manchi qualcosa nella rosa attuale?
«Nella rosa credo che manchi sicuramente qualcuno in difesa: Burdisso ha tanta esperienza, ma le gambe risentono un po’ di qualche stagione in più del normale. Penso che un centrale difensivo e, davanti a questo, un centrale di centrocampo potrebbero tranquillamente riempire i vuoti che potrebbero crearsi. Per il resto Izzo gioca di anticipo e velocità, Laxalt dà molta sostanza e davanti, ancorché Perotti sia un po’ in ombra, Pavoletti realizza tutto quello che gli passa vicino».

Parliamo appunto del bomber rossoblù, che cosa ne pensi di una possibile chiamata in azzurro? È già maturo? Conte potrebbe realmente pensarci?
«La chiamata in azzurro di Pavoletti non dipende esclusivamente dal suo rendimento nella squadra che bene o male è fatta sulla sua misura: i giocatori che ha intorno sanno che lui è sempre disponibile a giocarsi la palla, a venire incontro, a creare un varco nella difesa avversaria. In nazionale il gioco è un po’ diverso. Forse Pavoletti potrebbe toccare anche l’azzurro nella prossima stagione; certo che se si dovessero infortunare gli attuali attaccanti della nazionale, Conte magari un pensierino ce lo potrebbe fare».

Gianni Vasino 90 minutoPescando nei tuoi ricordi, ci racconti una partita del Genoa che senti in modo particolare, magari perché ti ha dato qualche grande emozione?
«Io ricordo le partite di Mario Corso quando giocava nel Genoa. L’avevo conosciuto a Milano quando era nell’Inter e poi l’ho rivisto qui e, prima dell’infortunio di cui è stato vittima, ha dato sprazzi di bel gioco. La cosa più interessante in rossoblù era vedere come i compagni lo cercavano, quasi fosse il risolutore di tutti i problemi, quasi avesse la possibilità di trasformare in gol ogni pallone che riceveva. Ricordo che a Marassi quando c’era da battere una punizione e lui si apprestava a calciarla con il suo sinistro, scendeva un silenzio inspiegabile, dovuto al fatto che tutti si preparavano all’urlo del gol quando la palla finiva sotto l’incrocio dei pali».

Se ne parla da diverse settimane: Giovanni Calabrò. A che punto siamo? Si farà, non si farà? I tempi sono ancora lunghi?
«Io non conosco bene la situazione di Calabrò: tutti dicono tante cose, tutti raccontano belle favole; ma bisognerebbe poi vedere, alla resa dei conti, che cosa ha intenzione di investire (si è parlato di 50 milioni, ma poi si è detto che bisognava rivedere i conti), e adesso non si sa più cosa stia succedendo. Mi auguro comunque che Calabrò, se dovesse entrare nel Genoa, sia quello che per primo Preziosi si augura, ossia un finanziatore adeguatamente preparato e adeguatamente solido».

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