Giuseppe Cederna: “Calcio, passione unica”

Giuseppe Cederna

di Franco Avanzini –

L’attore Giuseppe Cederna, presente questa sera al teatro L’ARCHIVOLTO (inizio ore 21) con il suo “L’Ultima estate dell’Europa” è un amante del gioco del calcio, tanto che aveva presentato qualche anno fa anche uno spettacolo dal titolo “Storia del Calcio”, andato in scena anche nella nostra città. Interista di fede, nonostante sia romano di nascita, parte subito parlando di questo sport proprio dalla sua squadra del cuore: “Ho avuto l’illusione iniziale che l’Inter potesse andare bene tenendo sino alla fine della stagione. Ci domandiamo con amici interisti come me, cosa stia accadendo a questa squadra e non riusciamo a trovare una risposta. Personalmente cerco di stare ai margini del gioco perché ne verrei troppo attirato almeno nella qualità di tifosi. L’aver perso il derby poi.. è stata quasi una tragedia”. Eccoci a parlare dello spettacolo sul calcio. “Mi pare fosse la stagione 2002-2003 quando presentammo appunto Storia del Calcio anche qui a Genova. Era uno spettacolo in cui si narravano le storie di alcuni personaggi di questo mondo soprattutto degli anni 30, 40 e 50. Ricordo tra gli altri che si parlava anche del Grande Torino. Si parlava non tanto del gioco quanto degli eroi che ne facevano parte con storie e curiosità”.

Calcio che è un’entità unica, mondiale. “Il calcio l’ho visto giocare ovunque. Basta uno spiazzo e un pallone che non deve per forza di cose essere regolare. A 3.500 metri d’altezza tra i monaci buddisti, vedevo questi ragazzi con le tuniche e i capelli rasati calciare una sfera o presunta tale, Io non potevo farlo, a quell’altezza… mancava l’ossigeno. Ma anche in zona di guerra il calcio lo vedevo giocare. Come mi è accaduto in Somalia. Da bambino con mio papà, Antonio, intellettuale e ambientalista, giocavo a pallone con delle noci. Lui me le lanciava e io provavo a calciarle dopo averle stoppate. Il calcio mi piace molto. Non è solo gol, passaggi o classifiche ma anche un suo perché dietro ogni azione”.

Sport che però lo fa anche stare male. “Certo – prosegue Giuseppe Cederna – il calcio può far star male soprattutto se si ha una passione smisurata per questo sport. Ma fa anche tornare dodicenni e lo dico anche con stupore. Non so perché ma dopo una vittoria dell’Inter, la mattina dopo mi sveglio felice come una Pasqua. Sembra strano ma è proprio così”.

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