Grande successo dell’iniziativa “Passeggiamo nel porto… sotto La Lanterna”

sotto lanternaGrande successo dell’iniziativa di ieri “Passeggiamo nel porto … sotto La Lanterna. Il Piano Regolatore Portuale e la collocazione del Petrolchimico, cittadini, amministratori, urbanisti ne parlano insieme”.

Raggiunto il numero massimo consentito di 200 persone, alle quali è stato consentito di accedere all’interno dell’area portuale e visitarne una parte: da calata Oli Minerali a Calata Bettolo allo spiazzo davanti alla Centrale Enel.

Alla passeggiata non si sono iscritti solo i residenti di Sampiedarena, direttamente coinvolti, ma genovesi di tutti i quartieri, a riprova che la Lanterna simbolo di Genova e il territorio circostante stanno davvero a cuore ai cittadini, che non ci stanno all’ipotesi dell’ennesima operazione senza alcuna visione del futuro.

Insieme alla passeggiata è stato lanciato il questionario “C’è porto per tutti”, elaborato dal Laboratorio di studi urbani “Incontri in Città” dell’Università di Genova, visibile e compilabile on line che è stato anche consegnato in formato cartaceo ai partecipanti. Ad oggi, sono stati KK i questionari compilati, sia on line sia in formato cartaceo, ma “C’è porto per tutti” rimane aperto al link indicato sopra proprio per permettere a tutti i liguri e a chi apprezza la Lanterna come meta turistica e simbolo di Genova di esprimere liberamente la propria opinione.

La passeggiata è stata condotta da:
Il Presidente del Municipio Centro Ovest Franco Marenco
Per Laboratorio incontri in città: dott.ssa Maria Elena Buslacchi 
Per la Fondazione Labò: prof. Enrico Lagomarsino
Per l’Associazione Giovani Urbanisti: dott. Andrea De Caro
Hanno partecipato anche la consigliera comunale Monica Russo, che ha organizzato le prime passeggiate urbane a Sampierdarena e San Teodoro, e rappresentanti delle associazioni Italia Nostra e Cercamemoria 

sotto la lanternaDichiarazione Franco Marenco: “Oggi, con la passeggiata, iniziamo un percorso di vera partecipazione con i cittadini, le associazioni e gli amministratori per dimostrare che il problema della ricollocazione di una servitù come quella del petrolchimico non è risolvibile spostandolo in un altro “giardino”. Partiamo dalla Lanterna, non solo perché luogo di un possibile peggioramento di uno scempio ambientale in atto da decenni, ma anche perché è il simbolo di Genova e della nostra storia, ci aspettiamo che gli amministratori capiscano che si tratta di scegliere da qui quale scenario e quale futuro vogliamo per l’intera città”.

Dichiarazione Monica Russo: “La passeggiata è un modo semplice e alla portata di tutti per prendere possesso di un luogo e farlo proprio: lo abbiamo già sperimentato a Sampierdarena e San Teodoro l’anno scorso. E’ una esperienza che piace e interessa: in pochi giorni hanno aderito 180 cittadini e molti di più avrebbero voluto partecipare e il questionario on line da pochi giorni sul porto è già stato compilato da decine di persone. La passeggiata è un modo immediato ed efficace per consentire ai cittadini, agli amministratori e ai tecnici e agli studiosi di parlare per scambiarsi gli uni con gli altri dati, nozioni e conoscenze del territorio, attraversandolo e guardandolo. Oggi, in particolare, l’obiettivo era di dare ai cittadini gli strumenti per capire cosa potrebbe cambiare qui, sotto la Lanterna con l’approvazione del nuovo Piano Regolatore Portuale (PRP) in una zona ad altissima densità dove possiamo stimare che transitano circa 4 milioni di persone all’anno tra crocieristi, passeggeri di traghetti, mezzi che transitano dal casello di Ge Ovest, oltre ai residenti di Sampierdarena e San Teodoro oltre a tutti coloro che lavorano a WTC e Matitone. La passeggiata vuole trasformare il dibattito sul petrolchimico: non più una battaglia di dati, percentuali e stime di pericolo e danni ma l’occasione per progettare in questa area insieme ai cittadini un’opera di riqualificazione per la città dal porto. Gli amministratori che erano qui, come me, e quelli che leggeranno le risposte al questionario potranno conoscere il pensiero, autentico, e non presunto dei cittadini su cosa desiderano per la loro città. Ad Autorità Portuale suggeriamo di proseguire le passeggiate nel porto per permettere ai cittadini a terra di lavorare un po’ sul mare”.

Dichiarazione Andrea De Caro: Questa passeggiata è un’occasione per conoscere meglio il porto con tutte le sue attività e il PRP in via di definizione. Sull’area che andremo a visitare sono presenti diverse attività: ognuna di queste presenta delle caratteristiche in termini di rischio e di impatto sull’ambiente che sono singolarmente tenute in conto dagli studi di RIR fondamentali per la pianificazione.

Il questionario: Laboratorio Universitario Incontri in Città sta conducendo un’indagine per comprendere meglio quale sia la relazione dei genovesi con il loro porto. Il questionario innanzitutto metterà in luce quali siano le conoscenze effettive sulla produttività e l’organizzazione di un mondo che appare ormai poco familiare a molti abitanti della città. Si esplorerà, poi, la percezione di attaccamento, di fiducia, di apprezzamento della realtà portuale nei suoi diversi aspetti. Si cercherà infine di comprendere quali siano le preferenze degli abitanti in merito all’organizzazione delle aree urbane di cerniera, limitrofe al Porto e delle aree portuali destinate dal PRP a funzione urbana, nonché le preferenze sulle attività portuali adiacenti alle funzioni urbane e in particolare all’abitato. La riorganizzazione del Porto di Genova invita ad interrogarsi su questi aspetti e a pensare a nuove occasioni di incontro e dialogo tra le parti, a scopo sia informativo, sia progettuale.

Dichiarazione Maria Elena Buslacchi: “Camminare insieme è un modo per condividere conoscenze e competenze specifiche e confrontarsi. La disinformazione è spesso una delle più importanti ragioni di conflitto: trovare soluzioni progettuali compatibili con le istanze delle parti è più semplice se si conoscono le effettive esigenze e preferenze. Si potrà scoprire, allora, che dietro richieste apparentemente incompatibili si celano ampi margini di negoziazione. Ad esempio, chiedere un parco urbano rivela la necessità di uno spazio pubblico, di un’area verde: questo non esclude che nello stesso perimetro non possano trovare spazio anche attività produttive. Allo stesso modo, opporsi ad un’attività industriale significa, spesso, opporsi al rischio di incidenti, di inquinamento, o all’impatto visivo che si ritiene questa comporti. Il processo partecipativo cerca di spostare la negoziazione dagli oggetti di una contesa irriducibile alle effettive richieste di ognuno, che possono essere motivate e soddisfatte soltanto in un contesto dialogico”.

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