Intervista alla band Hertzen che ha pubblicato Emotionally Numb

“Emotionally Numb” riflette uno stato d’animo, sentimenti e pensieri di alcuni personaggi che vivono in queste tredici canzoni; apatia, arrendevolezza, ma anche voglia di cambiare, di partire, di ricominciare senza esitazioni. Storie tra chi ama troppo e chi ama troppo poco. L’insensibilità, quasi paralisi, verso chi si aspetta ciò che non siamo in grado di dare. Qui le ferite si rimarginano alla fine con l’amor proprio, con l’accettazione di sé, con la ricerca di legami significativi.

Link streaming Spotify:https://open.spotify.com/album/7EnNXB6tAoAo2N2hJ8Bt4m

Ci raccontate qualcosa della vostra avventura musicale fin qui? Un aneddoto per esempio….

Il nostro primo concerto è avvenuto nel 2018 ad un evento di tango. Chi l’avrebbe mai detto. Volevano della musica elettronica sperimentale. Era strano per noi vedere le coppie ballare sulla nostra musica. C´è da dire però che i nostri lavori sono molto melodici, il che ha reso possibile questo connubio.

Qual è il collante che tiene unita la vostra band?

Sicuramente la passione per la musica – siamo entrambi molto creativi e curiosi; stakanovisti e perfezionisti, ma anche rilassati e fatalisti. Ma è soprattutto l´amicizia ad unirci. Ci diamo forza a vicenda, andiamo d’accordo su molte cose, abbiamo interessi comuni e amiamo le nostre rispettive culture, io quella brasiliana, Marcelo quella italiana (il suo nome la dice lunga). Mi piacciono le persone intelligenti e competenti. Mi auguro un team così in futuro. 

Emotionally numb. Potete presentarlo ai nostri lettori? Quale canzone preferite di questo album e perché?

Emotionally Numb è il nostro ultimo lavoro composto da tredici tracce. Ci piace chiamarla compilation, una sorta di ‘best of’, senza fronzoli e riempitivi, di canzoni che abbiamo scelto e a cui abbiamo lavorato. Riflette un po’ la nostra passione per diversi generi, dal post-punk al trip hop, dal synth pop anni ’80 alle ballad. L’album tratta storie di apatia, arrendevolezza, ma anche voglia di cambiare, di partire, di ricominciare. L’insensibilità, quasi paralisi, verso chi si aspetta ciò che non siamo in grado di dare. Tra le tracce preferite c’è Secret Sins con la sua fusione perfetta di rock ed elettronica; Coming Home invece ci manda in trance. Parla di me che lascio un tizio e viaggio verso sud – sempre tra sogno e realtà; Poi, direi Hypnotized. Mi fa commuovere, oltre a piacermi tantissimo qui la chitarra. Parlo di una prostituta.

Che cosa consigliereste a voi stessi e a chi decide di provare a vivere di musica?

Sono tempi difficili per la musica, ma in fondo lo sono sempre stati. Serve coraggio e pazienza. Circondatevi di gente giusta, quella che vi rimane accanto nonostante tutto. Siate sempre sinceri con voi stessi e credeteci sempre. Ci si pente di non averci provato, mai il contrario. 

La musica è certamente un viaggio interiore….

… per chi l’ascolta e per chi la fa. Con la differenza che quando la fai, se fatta con sincerità, diventi musica. È senza dubbio un viaggio introspettivo, molto intimo. Il mezzo con cui arrivare a costruire una parte di te sotto forma di suoni, note, voce, melodia. Costruisci un tuo mondo e ci vivi molto bene. 

Cosa vuol dire per voi fare musica?

È un po’ come conoscere se stessi, creare mondi nuovi partendo da pensieri nascosti fino a quel momento. È un continuo scavare dentro di sé e ritornare negli angoli più reconditi della mente e del cuore. Fino all´essenza. Tra realtà e finzione, crei un mondo per te che sei pronto però a condividere anche con gli altri. 

Quale è oggi il ruolo della musica in una società complessa ed avanzata come la nostra?

Indipendentemente dal tipo di società, credo che il ruolo della musica sia sempre quello terapeutico. Semplicemente, fa star bene. Nonostante l´AI voglia farci temere la carenza di creatività e la mancanza di controllo, credo che oggi, più forte che mai, sarà il bisogno di una musica introspettiva che parli all’individuo e di musica dal vivo.

Fino a quanto vi rappresentano i generi musicali?

Siamo due produttori appassionati di generi tra i più disparati. Dalla nostra collaborazione viene fuori senza dubbio una contaminazione di generi, e l´album lo dimostra. Difficile per noi rispettare le categorie spesso dettate dalle label. Non mi piace l’idea di limitarmi. Questo è stato il motivo principale per cui ho creato una mia etichetta. 

Cosa vi augurate per il vostro futuro?

Sicuramente di continuare a fare musica. Poi, di vivere belle esperienze su palchi internazionali, magari in Sudamerica. 

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