LA MIGLIOR PROVA DA MOLTO TEMPO ROVINATA DA UN ASSURDO RAPTUS

No, così no. Ci sono mille maniere per rovinare una partita capolavoro e la Samp ha scelto la più assurda. Una beffa atroce, senza precedenti, confezionata da un difenore improvvisato, Murru, inserito nella ripresa in terza linea al posto dell’infortunato Nuytinck dopo che Gunter, indicato come titolare, si era arreso nel riscaldamento pre-gara ad un guaio muscolare. Clamoroso, assolutamente immotivato il raptus compiuto dal giocatore sardo, che all’ultimissimo palpito del recupero ha letteralmente cinturato in piena area l’ex Petagna, che – diretto verso l’esterno palla al piede – non avrebbe potuto arrecare alcun pericolo ad Audero.

Due punti polverizzati in un attimo di follia, che ha impedito ai blucerchiati di espugnare con pienissimo merito lo stadio del Monza e di spiccare un triplo salto verso la zona salvezza. Non è bastato ai blucerchiati produrre una delle migliori partite della stagione, con parecchie note straordinariamente positive. Due gol realizzati nello stesso match rappresentano un Gronchi rosa. Li ha firmati Manolo Gabbiadini, che spesso riemerge perentoriamente nei momenti topici, ma li ha propiziati quel Lammers che da diverse settimane era parso assolutamente impalpabile. Da applausi, nel primo tempo, il suo assist verso “Gabbia”, abilissimo a bersi l’incerto Caldirola per presentarsi solo davanti a Di Gregorio e uccellarlo. Imperiosa, nella ripresa, l’inzuccata di Leris (su cross di Murru, che nella metà campo avversaria ci ha sempre saputo fare…) , il quale ha costretto il portiere lombardo a respingere corto, verso il piazzatissimo goleador doriano.

I due gioielli non sono bastati però a restituire un pieno sorriso sul volto dei quattromila inguaribili giunti dalla Liguria. Nella prima mezz’ora la Samp si è fatta preferire rispetto ai padroni di casa. Puntuali le chiusure difensive, efficace il pressing in ogni zona del campo, proficuo il lavoro degli attaccanti, sorretti alle spalle dal consueto, magistrale Winks (che giocatore!) e pure dal giovane Cuisance, all’esordio in blucerchiato: gran fisico, piede educato, felice posizionamento in campo.

La rete del primo pareggio, registrata appena dopo la mezz’ora, è nata più da una prodezza di Petagna (torsione e zampata da centravanti vero) che da una distrazione di Nuytinck, il suo occasionale marcatore, e da quel momento l’ardore dei blucerchiati si è affievolito, pur senza spegnersi.

Quel calo ha suggerito a Stankovic di inserire subito nella ripresa non solo Murru (scelta obbligata) ma anche un combattente feroce come Rincon per Cuisance. Mossa felicissima, decisiva allo scopo di rompere all’origine le trame biancorosse. Non è stata però una Samp rinunciataria bensì cinica e autoritaria, in grado di confezionare al 58′ il 2-1 con una trama in velocità da manuale. 

Il Monza, ferito nell’orgoglio ma non brillantissimo, ha tenuto il pallino del gioco sino in fondo, ma i suoi folletti, leggeri come piume, venivano inesorabilmente respinti da una difesa attentissima ed efficace anche nei raddoppio. 

Match sotto controllo, senza alcun reale rischio di capitolazione, sino all’avvio di un abbondante recupero, proprio quando Winks, sino ad allora un titano sia in fase di filtro sia nei disimpegni, è stato bloccato dai crampi. Terribili quei sei minuti, nei quali la banda di Palladino ha messo alle corde i blucerchiati, che però parevano ormai averla sfangata. Sarebbe bastato resistere una manciata di secondi ed invece…

Un vero peccato veder liquefatta una vittoria virtualmente già in tasca. Quei due punti in più avrebbero spaventato sia il Verona sia – soprattutto – questo Spezia in caduta libera e moltiplicato la fiducia in una rimonta che – sulla base della prestazione offerta al Brianteo – resta assolutamente nelle potenzialità di una squadra ritrovata, finalmente coesa e – udite, udite – prolifica in avanti. Ripetendosi su certi livelli, la Samp avrà ancora modo di raddrizzare la propria annata e firmare il miracolo. Servirà però una sorte meno perfida nella sua ostinata avversione verso i colori blucerchiati.

                          PIERLUIGI GAMBINO

                           

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