LA SAMP ACCADEMICA NON SFIGURA MA INCIDE POCO ED E’ TROPPO INGENUA

stankovic

Nulla di uovo sotto i riflettori di San Siro. L’Inter gioca in punta di piedi, forse paga la stanchezza dell’impegno di Champions e mentalmente è già protesa alle sfide contro Bayern e Juve, ma riesce ugualmente ad infilzare tre volte Audero. La Samp, di fronte ad una scalata di sesto grado superiore, rimedia comunque una degna figura e, perlomeno lontano dalle aree di rigore, gioca quasi alla pari dei blasonati antagonisti. Di più, francamente, non era lecito pretendere, anche se la dinamica del raddoppio interista, giunto nei pressi del gong di metà gara, è stata talmente allucinante da accendere sia rabbia sia rimpianti. La rimonta blucerchiata sarebbe stata ugualente improbabile, ma se il primo tempo fosse stato chiuso con un solo gol di scarto, il match sarebbe rimasto in vita. Davvero pazzesca quella distrazione di Ferrari e, in parte, Colley, che su un calcio fermo di almeno 70 metri sferrato da Bastoni, si sono lasciati sfuggire alle spalle Barella permettendogli di involarsi in solitudine e fulminare il malcapitato portiere ospite. Neppure nei campi dilettantistici si può concepire una topica del genere.

Peccato davvero, perché nei minuti precedenti la Samp aveva fraseggiato a buon livello, andando però sotto al 20′ con la specialità di casa Inter, i calci d’angolo e le inzuccate a centro area: stavolta di De Vrji. La Beneamata non ha costruito molte altre occasioni, concedendo a blucerchiati di palleggiare frequentemente. Peccato che in attacco la squadra dell’applauditissimo ex Stankovic sia stata impalpabile: zero assoluto Caputo, poco più di zero Gabbiadini, ma anche i rifinitori, bravi sino alla trequarti, sono mancati alle attese privando le punte di rifornimenti. Purtroppo la rosa doriana manca di una punta veloce e insidiosa in contropiede: in certe partite sarebbe venuta utilissima.

Mister Deki, con indubbio coraggio ha affrontato l’Inter con un baby, Amione, in terza linea, e un altro baby, Yepes in mezzo al campo. Il primo ha offerto una restazione decente, chiudendo tuttavia con un attimo di ritardo su De Vrji nell’azione del vantaggio. Il secondo forse non è ancora maturo ed esperto a sufficienza per certi impegni così ardui, ma non è affondato. Dopo l’intervallo, però, sia lui, sia il suo partner Villar sono finiti negli spogliatoi, a pro di Vieira e Verre, che non hanno mutato granché il dipanarsi dell’incontro. 

Un gol capolavoro di Correa verso la mezz’ora ha posto i sigilli ad una sfida già sbilanciata. Castigo eccessivo per una Samp aveva continuato a tenere egregiamente il campo e nel finale, dopo una girandola di cambi in entrambi i team, si è pure resa più volte pericolosa ed avrebbe meritato il gol della staffa, sfiorato in special modo da Pussetto.

Il ko del Meazza, anche alla luce della sconfitta interna del Lecce contro la Juve, non peggiora le prospettive blucerchiate, ma sin dal prossimo appuntamento, a Marassi di fronte alla Viola, la gradevole ma sterile accademia sfoggiata alla Scala dovrà essere sostituita da una massiccia dose di concretezza, nell’una e nell’altra area. E’ già gran cosa, comunque, ripartire dal successo di Cremona e dal carattere mostrato a Milano: quei sei cartellini gialli, tutti beccati per interventi decisi, rappresentano un inedito per un team spesso accusato di mollezza e mancanza di nerbo. E qui la “mano” di Stankovic si è già iniziata a vedere.

                           PIERLUIGI GAMBINO

                              

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