LA SAMP HA ACCONTENTATO RANIERI, ADESSO TOCCA IMITARLA A FERRERO

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Ecco la Samp sbucare sotto lo striscione dell’ultimo chilometro, pronta a tagliare il traguardo agognato dei 52 punti. Salvo clamorosi rallentamenti Quagliarella e C. batteranno nel turno conclusivo il derelitto Parma e assolveranno all’impegno morale sottoscritto col loro allenatore. Non è in palio nulla se non l’onore, ma Sir Cladio ci teneva ad evitare che i suoi sbracassero, sulla scia degli ultimi campionati, terminati con prestazioni tutto meno che decorose: sarà accontentato.
Allo stadio Friuli il Doria si sintonizza sul ritmo slow imposto dai padroni di casa durante il primo tempo, contribuendo a produrre 45 minuti assai soporiferi. NeIla ripresa, pur senza attingere a cadenze agonistiche particolarmente elevate, la gara si accende soprattutto per merito degli ospiti, assai più convinti di arraffare i tre punti e alla fine premiati da un provvidenziale rigore. Si dirà: senza il mezzo raptus di Bonifazi, colpevole di allargare il braccio destro su bordata non irresistibile di Verre, saremmo qui a commentare un pareggio, ma amor di onestà ci spinge ad aggiungere che la Samp nulla ha rubato, legittimando appieno il successo.
Ranieri azzecca ogni mossa, ma il suo capolavoro è l’impiego di Thorsby come cane da guardia di De Paul, di gran lunga il bianconero più temuto. Prova sontuosa quella del norvegese, che avrà sicuramente guardato di sbieco il semiesordiente arbitro Gariglio, reo di avergli mostrato un ingiustificato cartellino giallo che gli farà saltare il congedo, ma l’episodio non ha di certo rovinato il pomeriggio del clan ferreriano. Thorby a parte, il match ha pure messo in luce un Leris sorprendentemente efficace fino a quando i crampi non lo hanno messo ko: il francese non rientra nelle grazie del popolo blucerchiato, ma nel futuro organico, ovviamente come rimpiazzo, potrebbe trovare un posticino.
Nella classifica dei migliori di giornata piazziamo pure Yoshida e Colley, impeccabili dall’inizio alla fine. Vero che l’attacco friulano da mesi sta girando in folle, ma la loro gagliardia prescinde dall’avversario di turno. E’ soprattutto merito loro se Audero è rimasto disoccupato sino al recupero, quando si è disteso con vigoria e senso acrobatico per dire di no ad una staffilata di Wallace.
Eppoi aggiungiamoci un Ekdal maiuscolo come ai tempi d’oro: altro elemento che, se in salute, diventa imprescindibile, ed un Candreva che sta inscenando un finale di stagione davvero maiuscolo.
A conti fatti, solo l’attesissimo Keita (all’ennesimo esame finestra da parte di tecnico e società) e Gabbiadini (orfano del suo partner naturale, si smarrisce spesso) hanno tradito le attese, ribadendo che capitan Quagliarella è sempre il cannoniere più prolifico, pur considerando la palla gol clamorosamente sciupata nei secondi conclusivi, in contropiede. L’insaziabile Fabio domenica prossima toccherà le 500 presenze nel massimo campionato: un’enormità. Chissà che in contemporanea non possa annunciare la conferma alla Samp per un anno ancora.
Ma se la sua firma è pressoché scontata, quella di Ranieri, Pecini e Osti si fa ancora attendere e chissà se verrà apposta. Francamente, discutere ancora le qualità del trainer capitolino e rischiare di vederlo partire per altri lidi solo per risparmiare qualche centinaio di migliaia di euro o per negarli una seconda annata è una condotta autolesionistica, soprattutto alla luce di una carenza di alternative plausibili. Ranieri si è concesso nell’arco del campionato qualche battuta a vuoto, ma ha centrato il massimo risultato sportivo alla portata (il nono posto è cosa fatta aritmeticamente) ed ha valorizzato parecchi giocatori (Audero, Thorsby, Damsgaard, Colley), destinati a figurare in vetrina per consentire al Viperetta di tappare qualche buco di bilancio. E’ normale che Sir Claudio inizi a scocciarsi: tra l’altro, se un mese fa pareva privo di estimatori, ora parecchi club, nostrani ed esteri, stanno sondando la sua disponbilità: meglio affrettarsi, insomma, senza attendere che chiuda il campionato. Una mossa tardiva rischierebbe di combinare un bel pasticcio.
PIERLUIGI GAMBINO

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