LA SAMP TROVA PRIMA VITTORIA E… CAPUTO, ALTRO “PIENO” DI CONSENSI PER D’AVERSA

La Samp decide di tenere in partita l’Empoli per un quarto d’ora, poi spegne la luce degli avversari e trasforma il match del Castellani in un monologo spezzando l’astinenza stagionale da vittorie in campionato ed attirandosi altri convintissimi consensi. Rotondo ma non esagerato il 3-0 finale, firmato da Caputo e Candreva, di tre spanne i migliori in campo. 

Il primo, che dello stadio empolese conosce ogni zolla, aveva forse bisogno di un’atmosfera amica per scatenarsi e cancellare tutte le perplessità prematuramente sorte su di lui. Sontuosa la sua prestazione, condita da una doppietta d’autore, da una traversa centrata in pieno e da un altro paio di conclusioni che avrebbero meritato miglior fortuna. Un Caputo che “riempie” la gara, oltreché il tabellino, e invita a pensare che – pur facendo la tara sul valore di un’antagonista forse inadeguata alla categoria – l’antica lacuna della prima punta-goleador sia stata colmata alla grande.

Candreva, dal canto suo, ha sciorinato altri 90 minuti scintillanti, confermandosi ai livelli cui non era mai attinto lo scorso anno: segno di salute fisica e mentale, ma anche della fiducia che gli ha instillato mister D’Aversa. L’esterno, in spregio ai suoi 34 anni, ha messo lo zampino sui primi due sigilli doriani e si è e permesso di chiudere la mezza goleada blucerchiata con una fantastica conclusione dal vertice sinistro dell’area. In questa circostanza, l’ex intersita ha sfruttato una magnifica sventagliata dalla destra di Quagliarella, che ha così salvato in extremis una recita da approfondire lungamente, 

Il capitano di sicuro è oscurato dal suo nuovo partner, più giovane e sinora più pimpante, e forse patisce la nascita di una coppia offensiva piuttosto innaturale, che mister D’Aversa giustamente difende – non disponendo di alternative – ma che suscita più di un dubbio. Fabio, in un momento un po’ buio a livello personale, è comuque tenuto in vita (calcistica, ovvio) da un’intelligenza e un’esperienza non comuni, che lo hanno spinto a calarsi nel ruolo di suggeritore più che di stoccatore: eccolo imbeccare i compagni, creare spazi invitanti, giocare insomma per la squadra. Gli serve soltanto una rete, magari “sporca” e casuale, per fare il pieno di morale e buttarsi alle spalle le attuali difficoltà: arriverà presto.

Detto dei bomber, è doveroso rimarcare ulteriormente l’ottimo lavoro del tecnico abruzzese, capace di esaltare le qualità dei singoli giocatori e, nel contempo, di accrescere la loro convinzione. Ad Empoli, sfumato presto quell’avvio balbettante, con salvataggio decisivo di Audero su Mancuso, la Samp è andata sul liscio, forte di una superiorità schiacciante sul piano della tecnica e delle idee. La difesa si è subito assestata, concedendo ai toscani solo un’altra mezza palla gol verso l’intervallo, e il centrocampo ha comandato da par suo l’incontro alternando controffensive veloci e periodi di semplice possesso palla, anche al fine di fiaccare gli antagonisti e nel contempo risparmiare energie in vista della partitissima di mercoledì a Marassi col Napoli. E’ stata così superata a pieni voti un’altra prova di maturità e di consapevolezza nei propri mezzi.

 L’unica macchia di questo lunch match così’ esaltante, gli infortuni – ancora da decrittare – di Thorsby e Silva, assi portanti del centrocampo. Anche considerando la disponibilità di Ekdal, sarebbe un vero peccato dover rinunciare a qualche titolare (segnatamente il norvegese) nel quarto impegno terribile proposto da un perfido calendario nei primi cinque turni.

                                         PIERLUIGI GAMBINO

              

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