PAGATE CARE LE ASSENZE A CENTROCAMPO MA IN ZONA GOL MANCA CONCRETEZZA

Tutto nella logica. Il Napoli è più forte del Milan e combatterà sino in fondo per strappare proprio ai rossoneri il pass per la Champions, sicché la Samp non deve arrossire per aver ceduto ad una squadra superiore. Il bagaglio dei rimpianti, però, non è assolutamente vuoto ed è stato riempito non solo dal gol di Thorsby vanificato dal Var, strumento utilissimo che nella nostra serie A viene utilizzato soprattutto per evitare un dispiacere alle “grandi”: raro che intervenga al soccorso di una provinciale.

Il rammarico più vivo, alla fin fine, riguarda la contemporanea assenza di Ekdal e Adrien Silva, che ha privato il centrocampo doriano di un bel po’ di qualità e costretto Ranieri ad adattare in mezzo un esterno, Jankto, autore di una prova alquanto incolore, con la decisiva “macchia” della distrazione sul primo gol del Ciuccio: chi se non lui avrebbe dovuto sbarrare la strada a Fabian Rui?

Non esiste la controprova, ma una Samp al completo se la sarebbe giocata. E’ rimasta ugualmente in partita quasi sino in fondo, ed è già un merito, considerato il valore dell’avversario che – va però sottolineato – avrebbe dovuto pagara alla distanza lo sforzo compiuto mercoledì nel recupero con la Juventus. I blucerchiati hanno sofferto, il loro portiere Audero si è reso autore di parate prodigiose, ma il doppio svantaggio nel tabellino conclusivo suona ugualmente come un castigo esagerato.

Per scongiurare il peggio si doveva limitare il numero degli errori tecnici nelle riproposizioni offensive e soprattutto in zona gol. D’altronde, non è da ieri che la Samp fatica enormemente a rendersi pericolosa in area avversaria: a San Siro, dove ha dominato, il gol all’attivo è scaturito da un errore marchiano di un rossonero e una settimana più tardi gli spazi e le opportunità concessi da un Ciuccio non impermeabilissimo si sono arenati per l’eccessiva foga di Gabbiadini, la prolungata latitanza di un Quagliarella sovrastato fisicamente e l’inaccettabile, irritante abulìa di Keita, ormai mentalmente lontano anni luce dal pianeta Samp. Non ha brillato neppure Damsgaard, marcato con attenzione ma non ancora maturo quando l’antagonista è tatticamente organizzato. Le manchevolezze del settore offensivo però trovano un’attenuante nell’imprecisione di chi avrebbe dovuto alimentarli.

Resta comunque nella memoria l’immagine di un Samp mai doma, pronta ad accettare la battaglia a viso aperto e sul pezzo specialmente sulla fascia sinistra, grazie all’imperversante Augello. Con un avversario più morbido, quanto offerto nell’arco dei 90 minuti poteva bastare per fare risultato e forse per vincere, ma per fermare questo Napoli serviva il massimo apporto da parte di tutti. L’1-1 è sfumato in più di una circostanza: pazienza. Sarebbe però stato un premio esagerato per una recita da “sei” stiracchiato.

               PIERLUIGI GAMBINO

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