RINVIATO UN ALTRA VOLTA L’ALLUNGO MA QUESTO PARI NON CREA RIMPIANTI

Genoacfc

Ci sono pareggi e pareggi, questo di Modena, accalappiato in extremis, ha un sapore dolce e non suscita un particolare rammarico. Il Genoa, in superiorità numerica, ha pure provato, nel finale, a sbancare il Braglia, ma sarebbe stato un castigo esagerato per i canarini di Tesser, annunciati in forma smagliante e capaci di rendere durissima la vita ai secondi della classe.

La sfida va divisa in almeno tre tronconi. Nel primo, caratterizzato da un lieve predominio genoano, è maturato il vantaggio ospite, frutto di una… new entry nella storia del campionato genoano: mai nei capitoli precedenti, infatti, era giunto un gol di un difensore centrale. Dragusin è stato abilissimo ad incunearsi sul primo palo e a precedere il portiere emiliano su corner perfetto di Aramu.

In almeno altre due circostanze i rossoblù hanno creato i presupposti per il contropiede del raddoppio, fallendo sempre per troppa precipitazione,. Un peccato, perché sino a metà tempo inoltrato il Modena non si era mai fatto vivo nei pressi di Martinez.

Poi, improvviso, il cambio di marcia dei locali, che, continuando con l’atteggiamento rabbioso e determinato dei primi minuti, hanno iniziato ad esprimere pure dinamismo e velocità anche negli spazi stretti. Le mediana genoano reggeva con Frendrup, ma non con Badelj e Sturaro, non brillantissimi, e sulle fasce sia Sabelli sia Criscito – subentrato all’infortunato Boci – hanno iniziato a patire. Un po’ per scelta, un po’ per costrizione, il Grifo si è acquattato al limite della propria area, venendo schiacciato da un avversario che correva a velocità doppia. L’offensiva gialloblù non partoriva pericoli particolari, ma era veemente e continua: logico che, a suon di insistere, uscisse il pari in mischia, con la difesa genoana sorpresa dalla rapidità di Strizzolo.

Dopo il riposo si immaginava un Genoa catechizzato a dovere da Gilardino e più propositivo, e in effetti la gara non era più a senso unico e si stava dipanando in un totale equilibrio sino all’imperdonabile leggerezza di Bani che – presumendo di ricevere un fallo a favore dall’arbitro laziale Mariani, autore di una direzione impeccabile, arrestava la palla con la mano concedendo al Modena la fatale punizione dalla fascia sinistra. L’autorete di Puscas era il classico colpo maldestro di un attaccante nella propria area di rigore. Correva il 55′ , ma Gila ha atteso il 67′ per un maquillage generale che doveva essere attuato ben prima. Nel frattempo, però, a tener vive le speranze dei tremila genoani in curva ha provveduto una squisitezza assoluta di Gudmundsson (forse la miglior giocata in assoluto dell’intero campionato), che costringeva il centrale Oukhadda a fermarne la corsa solitaria verso il portiere Gagno con un fallaccio legittimamente punito col cartellino rosso.

Da quel momento, anche prima degli  ingressi di Coda per Puscas e di Yalcin per uno sfiancato Sturaro, il match diventava un ovvio monologo rossoblù. La foga e la riluttanza a tentare la conclusione dalla distanza (forse per carenza di autentici tiratori) frenavano gli ospiti ed esaltavano i dieci combattenti di Tesser, asseragliati a protezione del vantaggio. L’avrebbero probabilmente sfangata se Coda non avesse estratto dal proprio repertorio un assist a giri contati verso Bani, l’altro centrale difensivo ormai trasferitosi in pianta stabile nei sedici metri rivali. All’85 svaniva l’incubo e nei dieci minuti restanti il Grifo ha pure provato a compiere il clamoroso sorpasso, senza riuscirci. Giusto così, ad essere onesti, poiché non si può trascurare la superiorità nettissima dei gialloblù nella seconda parte del primo tempo e la loro capacità di trovare due gol.

E’ così sfumato un’altra volta l’allungo in graduatoria che i risultati estremamente favorevoli del sabato avevano lasciato balenare, ma in campo scendono anche gli avversari, e il Modena attuale, scatenato e in gran spolvero, era forse il peggiore. Il Genoa – vale ripetersi – non ha la caratura per stracciare la concorrenza, ma una regolarità di rendimento, favorita anche dalle qualità di qualche singolo ben oltre la media, si traduce anche in certi pareggi esterni, strappati con le unghie e coi denti, da leggersi come viatico eccellente verso la promozione. Intanto, oltre al punto, Gila si porta appresso due nuovi cannonieri (ad infoltire un gruppo piuttosto esiguo) e l’ennesima conferma che il centravanti subentrante (quale che sia, tra Coda e Puscas) incide ben più del partente.

                                      PIERLUIGI GAMBINO

   

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