Silvia Sicouri, velista dell’anno: “La vela un continuo stimolo di crescita. Per me è stato amore a prima vista”

di Valentina Cristiani –

Silvia Sicouri“Ad una donna che desidera diventare “regina delle onde” occorrono: determinazione, grinta e voglia di lavorare. Esattamente le stesse doti fisiche e caratteriali che servono ad un uomo. Il resto, viene da sé…” – il pensiero di Silvia Sicouri, genovese, ingegnere gestionale, primo posto femminile al Campionato del Mondo 2011 F16 e “Velista dell’anno 2015” – “La vela al momento riempie completamente le mie giornate: faccio vela, respiro vela, mangio vela, penso alla vela. Una delle emozioni più belle e particolari? Una volta provando a navigare bendati, mi sono accorta di quanto la barca ti parli: basta ascoltarla”.

Tu e Vittorio siete i primi catamaranisti dal 1991, dopo Giorgio Zuccoli, a vincere il premio “Velisti dell’anno”. Per te doppia soddisfazione in quanto sei la seconda donna dopo la mitica Sensini. Premio, ricordiamo, ottenuto ex aequo con Roberto Tomasini Grinover.

“Amo molto leggere libri di vela (tra gli ultimi letti L’oceano a mani nude di Matteo Miceli, e La lunga planata – l’Unica donna di The Race racconta i suoi giri del mondo di Elena Caputo). Trovo spesso citato il premio “Velista dell’Anno”: da questi racconti si intuisce non solo il prestigio di questo premio, ma anche quanto viene riconosciuto nel mondo velico. È stata per noi una sorpresa e un onore. Non vedo l’ora di riuscire a vincerlo ancora…dopo aver raggiunto il nostro vero obiettivo (Olimpiadi Rio 2016, ndr)”.

Alessandra Sensini, la velista più titolata da sempre, cosa rappresenta per te?

“La cosa che mi piace di questa campagna olimpica è che sto avendo l’opportunità di parlare e confrontarmi con grandi campioni. Prima Alessandra era “solo” la grande campionessa Sensini. Ora invece è Alessandra, una persona con cui posso parlare e dai cui ricevo preziosi consigli”.

Cosa avete in comune tu e Vittorio e cosa vi distingue?

“Siamo entrambi ingegneri, siamo entrambi ambiziosi, ma soprattutto vogliamo la stessa cosa. Mi piace la sua capacità di ragionare sulle cose con un occhio critico, e di proporre sempre soluzioni nuove”.

Cosa cambieresti di lui?

“Gli zoccoletti che porta sempre a terra aggirandosi per il parco barche”. (sorride Silvia,ndr)

Hai imparato prima a timonare o a guidare la macchina? 

“Ho imparato a timonare molto prima che a guidare la macchina. Appena ho imparato a nuotare, condizione necessaria per fare un corso di vela, ho scoperto la bellezza di timonare una barca…”

1) silvia e vittorioDopo tanti anni, oggi con che occhi guardi la vela?

“La vela è … un continuo stimolo di crescita. È difficile comunque parlare della vela in generale. Esiste la vela oceanica, la vela olimpica, la vela d’altura. Conosco da vicina solo quella olimpica: un mondo di professionisti che combattono per un unico obiettivo, una medaglia alle Olimpiadi. Gli atleti lavorano continuamente per superare i nuovi limiti, diventare più forti, andare più veloci…”

Di contro, invece?

“Di contro, come in tutti gli sport, si stressa moltissimo il fisico”.

Che lezioni ti ha dato la vela e lo sport in generale?

“Bisogna lavorare sodo, e bene. Così si diventa più forte e si raggiungono i tuoi obiettivi. E se si perde, non si deve mollare, ma rialzarsi e lavorare di più. Questo mi ha insegnato la vela e lo sport”.

Se un bambino ti domandasse cosa significa fare vela … cosa risponderesti? 

“Significa poter andare alla scoperta del mare in completa autonomia: solo tu decidi la rotta, la velocità della barca, quando fermarti, e quando ripartire. E la cosa più bella è che lo puoi fare da solo, con i tuoi amici, o con i tuoi genitori…”

L’amore per la vela come è sbocciato?

“Da piccola si andava spesso in crociera. In quegli anni la barca era per me solo un mezzo di trasporto: mi chiudevo in cuccetta a leggere, finché non ci si fermava in una baia per la notte. A quel punto riemergevo in coperta pronta a giocare dentro e fuori dall’acqua!”

Un “amore a prima vista”?

“L’ ‘amore a prima vista’ è stato la prima volta che sono salita sull’Optimist. Questa cosa di essere responsabile di una barca, mi piaceva davvero molto”.

SicouriHai mai navigato in notturna? Quali differenze hai denotato?

“Con il Nacra17 mi è capitato di navigare al buio nelle corte giornate di inverno. Ma l’occhio si abitua in fretta, e rimane solo il fascino della situazione…”

La tua vita è contraddistinta in tappe sportive. Ogni anno una diversa competizione. Quella più emozionante e quella che vorresti dimenticare?

“Tutta la stagione 2014 è stata incredibile, con cadute e colpi di scena. Ma la tappa più emozionante deve ancora arrivare… Non ne vorrei invece dimenticare nessuna: ci sono stati momenti difficili, e ce ne saranno ancora. Ma se oggi sono a questo livello, è anche grazie a queste esperienze”.

Il mare ti ha fatto veramente paura… (continua tu)

“A Palma di Maiorca, mentre ci stavamo allenando per la nostra prima tappa di coppa del mondo 2013. Eravamo agli inizi. C’era vento, e onda. Abbiamo scuffiato, e spaccato l’albero. Eravamo senza allenatore, e il primo gommone che è passato non ci ha voluto prestare soccorso. È poi arrivato un altro allenatore che ci ha trainato fino a terra”.

Silvia SicouriQuale consapevolezza ti ha portato questa esperienza?

“Il mare era davvero arrabbiato: li ho capito che è lui che comanda”.

Sei sempre in viaggio … c’è tempo per l’amore?

“C’è sempre tempo per l’amore. Si, sono innamorata di un uomo straordinario con cui condivido ogni passo di questo mio progetto”.

Dulcis in fundo, per vivere pienamente la tua vita cosa ti manca?

“Penso di vivere la vita pienamente la mia vita. Se non fosse così, farei di tutto per cambiare le cose!”

Credit foto: Federazione Italiana Vela, Us Sailing Media Centre.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.