SQUADRA SENZA CARATTERE E UOMINI GOL ANCHE RANIERI SUL BANCO DEGLI IMPUTATI

Le ombre della crisi si affacciano sull’orizzonte blucerchiato. Questa Samp evidntemente non ha fatto tesoro della lezione subita a Cagliari e ci è ricaduta: al primo episodio negativo, ecco i blucerchiati sciogliersi cone neve al sole, denunciando un fragilità psicologica allarmante. Dopo un primo tempo più che decoroso, fatto salvo l’episodio fatale dell’autorete di Regini verso l’intervallo, c’era tutto il tempo per raddrizzare il match, e neppure il raddoppio del Bologna in apertura di ripresa, ancora favorito dall’improponibile Regini, avrebbe dovuto porre una pietra sopra la contesa. Ci si aspettava una reazione furente dei blucerchiati, che invece hanno masticto un calcio blando, accademico, senza capo né coda, anche per via dei continui cambiamenti tattici decisi da un Ranieri in totale confusoone. Così è stato l’undici di Mihajlovic a sfiorare il tris (palo di Palacio), mentre nei paraggi di Skorupski non si è registrata una sola emozione. E dire che che sotto la tramontana battente il pomeriggio era iniziato nel migliore dei modi, con quel corner a giri contati di Candreva sfruttato da par suo dall’”uomo ovunque” Thorsby con l’incornata vincente. E va pure aggiunto che nella mezz’ora susseguente la Samp ha controllato a dovere la reazione felsinea, raramente pericolosa. Sino al tocco… perdente di Regini, erano legittimi gli elogi rivolti ad una squadra che pareva disimpgnatsi in scioltezza nel nuovo modulo, un 4-1-4-1 con Thorsby incaricato di affiancare ogni tanto Quagliarella, unica punta. Non una Samp travolgente, ma giudiziosa e padrona del proprio destino. L’infortunio sul lavoro occorso a Regini ha trasformato letteralmente i blucerchiati, che hanno prodotto un secondo tempo pessimo sotto tutti gli aspetti, alfine meritando il passo falso che, unito a quello di Cagliari e al pari non esaltante nel derby, insinua pensieri sinistri nella mente dei tifosi. Ranieri già in altre partite aveva lasciato a desiderare nelle scelte di formazione, ma stavolta si è superato. Ok lo schema iniziale, suggerito dal momentaccio di Ramirez, dalle condizioni precarie di Gabbiadini e dall’infortunio di Keita, ma, appena dopo il 2-1, sarebbe stato necessario un netto cambio di uomini ed invece i primi mutamenti si sono registrati a metà del tempo: troppo tardi. Ed è normale chiedersi come mai Gabbiadini, portato in panchina, non sia stato utilizzato neppure nelle fasi finali, come soluzione disperata: a questo punto, non era preferibile spedirlo ad allenarsi a Bogliasco? La Samp paga anche il mercato defiitario della società sul fronte dei difensori laterali. Ranieri ha optato per Regini, che da anni ormai non si sente più un componente del progetto, ma alla prova del campo la scelta si è rivelata pessima. Vistoche l’intenzione del misterr era di scherare assiene Adrian Silva ed Ekdal, si poteva tranqiillamtente arretrare Thorsby un terza linea, ma un’altra opzione sarebbe stata ancora preferibile: Bereszynski dirottato a sinistra e Ferrari, non l’ultimo arrivato, impiegato sul corridoio destro. Il rientro di Augello da squalifica già nel derby di giovedì potrà essere utilissimo, ma restano due problemi da risolvere: lo scarso carattere del gruppo, che si abbatte du fronte alla prima difficoltà e, soprattutto, la limitata potenzialità di una prima linea da troppe settimane latitante. Quagliarella sta iniziando ad accusare il peso degli anni, e la solitudine con la quale ha dovuto affrontare non solo il primo tempo ma anche metà del secondo lo svantaggia ulteriormente. Il capitano avrebbe bisogno di tirare il fiato, ma con chi sostituirlo, visto il quadro desolante dell’intero reparto? E qui si torna a bomba: quando mai la dirigenza doriana deciderà di mettersi in casa una punta d’area più tonica e fisicamente stzrutturata di nonno Fabio, atteso sempre ad inscenare un miracolo di longevità…? PIERLUIGI GAMBINO

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