Una vera e propria rivoluzione ma senza un centravanti

Una vera rivoluzione, quella che sta attuando il nuovo d.s. Faggiano nell’organico del Genoa. Strategia inevitabile, dopo l’impoverimento tecnico patito nelle ultime stagioni e sancito dalle risultanze di fine campionato. Sfortuna ha voluto che quest’epocale mutazione c0incidesse con il Covid, che ha ristretto notevolmente il tempo tra la fine dello scorso campionato (coi rossoblù a rischio retrocessione sino all’ultimissimo turno) e l’inizio del prossimo. Un altro mercataro meno vivace e fantasioso dell’ex Parma, probabilmente, avrebbe portato a termine la metà delle operazioni, tenendo pure conto che i paletti economici fissati dal patron Preziosi escludevano a priori qualsiasi investimento particolarmente oneroso.

Probabilmente è nei preventivi che il Grifone possa pagare ad inizio stagione questa palingenesi, che richiede inevitabilmente qualche settimana per una sistemazione definitiva, a livello di rosa e di moduco tattico. Da ciò deriva la necessità per mister Maran di ricorrere quasi esclusivamente ai rossoblù riconfermati per la gara d’esordio di domenica prossima contro il Crotone.

Tornando ad analizzare la compravendita e il nascente Genoa, notiamo come il desiderio di novità coinvolga anche la zona nevralgica, già ricca di elementi. Badelj sarà il regista titolare: alla Fiorentina aveva offerto prove esaltanti, tanto da richiamare l’interesse del Milan. Acquisto “doc”, che sicuramente costringerà Schone a cambiare registro: il danese potrebbe chiedere la cessione (ipotesi non sgraditissima dalla dirigenza) oppure riadattarsi al ruolo di mezz’ala, da lui rivestito con profitto all’Ajax. Del giovane ma promettentisimo Melegoni, proteso a cercare un rilancio dopo due grvi infortuni ed un’annata così così a Pescara, si apprezza la duttilità: può adattarsi a comandare il gioco, a operare come mezz’ala ma anche a spostarsi sull’esterno destro: zona del campo per ora scoperta, in attesa di Karsdop (sul quale la Roma sta effettuando un ripensamento), che – se realmente ristabilito dai suoi guai fisici – sarebbe un lusso per una provinciale. Sistemata presumibilmente la corsia mancina con Cyborra – cui va dato tempo di ambientarsi al nostro calcio – e la porta con la felicissima riconferma di Perin, eccoci ai problemi più pressanti. In difesa, dopo l’addio di un pilastro come Romero, non basta il probabile ritorno di Goldaniga, altro elemento fondamentale nel burrascoso finale dell’ultimo campionato. Il raffreddarsi della pista Ranocchia non induce nessuno a strapparsi i capelli: meglio, molto meglio dirottare su Juan Jesus, che ha 29 anni e inietterebbe qualità e robustezza al reparto. 

Il fronte offensivo è ancor un  cantiere apertissimo. Lo Zajc ammirato a Empoli colmerebbe alla grande la lacuna del trequartista, offrendo a Maran l’opzione del 4-3-1-2 p del 3-4-1-2. L’eventuale arrivo di Pjaca – pur con le riserve legate ai travagli fisici passati negli ultimi anni – ovvierebbe almeno in parte alla carenza di una seconda punta da alternare al sempiterno Pandev.

Resta, purtroppo, irrisolta la questione vitale del centravanti. O meglio del bomber da doppia cifra. In questo caso Faggiano deve agire con abilità e fantasia.  Si tratta di merce rarissima che, generalmente, chi la possiede la tiene strettissima o se la farebbe pagare una cifra esorbitante per le anemiche casse rossoblù. Svanita l’opzione Inglese, ecco l’insistenza del Genoa per Cutrone, che la Fiorentina ha ottenuto dai Wolves in prestito biennale con obbligo di riscatto. Operazione complicata pure a livello contrattuale, anche se l’ex rossonero, sulla carta, sarebbe il bomber “ad hoc” per finalizzare il lavoro dei compagni: non è un attaccante di manovra e neppure un giocatore adatto a far respirare i compagni, ma il fiuto del gol non gli manca. Alternative in Italia non sembrano esistere, e per un’altra operazione Piatek, in un mercato internazionale sempre più complesso, occorrerebbe un assegno a nove cifre. Nell’attesa, Maran non potrà che ripiegare su Destro (riconfermato a sorpresa dopo essere giunto a 30 anni con l’etichetta di “eterna incompiuta”) e su Favilli o Stepinski, potenziali protagonisti di uno scambio di prestiti nn certo destinato a cambiare le prospettive di Grifo e Verona.

                                                       PIERLUIGI GAMBINO

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